22 agosto 2012. Un programma di spionaggio interno alle forze di sicurezza afghane, con particolare attenzione per le reclute, mirato a fermare gli ‘insider attack’, ovvero quelli in cui militari afghani rivolgono le proprie armi contro gli alleati della coalizione.

Il piano e’ stato annunciato dalle autorita’ di Kabul, dopo che da inizio anno si e’ registrato un picco di quelli che vengono anche definiti attacchi ‘green on blue’ e che stanno complicando le relazioni tra Washington e Kabul. Negli ultimi 12 giorni, infatti, ben nove soldati americani sono stati uccisi da membri delle forze di sicurezza afghane, mentre nell’ultimo anno sono circa 40 i militari della coalizione morti in seguito a ‘insider attack’.

Secondo le autorita’ afghane, il programma di monitoraggio interno includera’ il dispiegamento di decine di agenti segreti sotto copertura tra i ranghi delle forze armate afghane in tutto il paese, un aumento della sorveglianza sulle telefonate tra i soldati e le loro famiglie e il divieto di utilizzo del cellulare per le reclute, con l’obiettivo di diminuire le possibilita’ di contatto con gli insorti.

Proprio in questi giorni il capo di stato maggiore americano, generale Martin Dempsey, il cui aereo ieri e’ stato attaccato senza conseguenze, si trova a Kabul per occuparsi della questione personalmente, mentre il presidente Barack Obama ha annunciato che presto entrera’ in contatto con il presidente afghano Hamid Karzai.

“I soldati devono sentirsi sotto la piena sorveglianza dei loro superiori”, ha dichiarato il capo di stato maggiore afghano, generale Sher Mohammad Karimi, parlando con la stampa dopo un incontro con Dempsey. “Inizialmente il programma di spionaggio interno avra’ un impatto negativo sul morale dei ragazzi, ma siamo obbilgati ad agire in questo modo. Dobbiamo occuparci seriamente di ogni singolo soldato”.

La Nato ha inoltre attivato un programma gia’ esistente, chiamato ‘Guardian Angels’, che prevede una serie di incontri tra le forze della coalizione e i soldati afghani per discutere delle misure per fermare gli ‘insider attack’. Circa il 13% dei militari Nato caduti da gennaio in Afghanistan sono stati infatti uccisi in attacchi di questo tipo.

Redazione

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