6 marzo 2012.Un nastro giallo che restera’ esposto su Facebook fino al loro ritorno. E’ quello che avvolge il Leone di San Marco, simbolo del reggimento e segno della solidarieta’ ai due maro’ italiani Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, trasferiti in carcere in India con l’accusa di aver ucciso due pescatori locali.

L’iniziativa e’ di AnalisiDifesa.it, la prima rivista di Difesa, industria e tematiche militari on line. Sono centinaia i post sui social network che fanno rimbalzare in rete il grido ‘Liberateli, sono prigionieri’. A firmarli sono militari e commilitoni, ma il fronte della solidarieta’ unisce tutte le Forze Armate schierate su blog e forum di discussione.

Numerosi gli appelli alle istituzioni italiane perche’ affrontino la situazione con maggior vigore. E c’e’ chi pensa all’idea di organizzare una fiaccolata a Taranto o una cerimonia di ammainabandiera fino a che non saranno liberati.

”Abbiamo deciso di mettere il nastro giallo -spiega all’Adnkronos il direttore di AnalisiDifesa, Gianandrea Gaiani- perche’ e’ il simbolo che viene usato quando ci sono militari prigionieri che non possono tornare a casa. Un segno di vicinanza ai nostri maro’ che sembrano abbandonati anche sui siti istituzionali, quasi fossero militari di un altro Paese. Ne parla solo il sito della Marina Militare”, lamenta Gaiani, che ironicamente lancia una provocazione: ”Visto che i nostri soldati sono in missione e sono tenuti prigionieri, significa che l’India ci ha dichiarato guerra ma noi non ce ne siamo accorti”.

Il segno giallo sulla piazza virtuale di Facebook in poche ore conta gia’ decine di condivisioni e ‘Mi Piace’. I post sono chiari: ”Solo una parola: solidarieta”’, scrive un utente. E un altro internauta e’ ancora piu’ netto: ”A casa, immediatamente”. Qualcuno, invece, nota che la vicenda e’ un ”altro pesce in faccia all’Italia che continua a porgere l’altra guancia e non alza la voce avendone tutti i diritti”.

Il senso comune delle espriessioni che circolano in rete oscilla tra ”vergogna” e ”indignazione”. C’e’ chi propone di ”espellere l’ambasciatore subito” e chi vuole ”boicottare le importazioni dall’India”. Anche su Twitter si susseguono messaggi accomunati dalla richiesta di ”verita’ per i nostri maro’ sbattuti in cella”.

La solidarieta’ corre anche su Militariforum.it, dove all’invito a ”manifestare la nostra civilissima indignazione” si unisce la proposta di ”inviare mail di protesta in inglese contro le violazioni del diritto internazionale al sito del ‘Times of India”’. Tante anche le email di solidarieta’ e vicinanza giunte al sito istituzionale della Marina Militare per i due maro’ italiani ”ingiustamente detenuti nel carcere di Trivandrum.

In base al diritto internazionale -si legge in uno dei messaggi- i militari devono essere giudicati da un tribunale italiano. Pertanto chiediamo al governo indiano per il vostro tramite l’immediata liberazione dei nostri militari: l’amicizia fra i nostri due Paesi deve far si’ che questo appello non rimanga inascoltato”. E se a qualcuno questa ”vicenda fa ricordare il film ‘Fuga di mezzanotte'”, sono in tanti a chiedere in Rete che ”il nostro governo si deve muovere, ricorrendo alla Corte dell’Aja e perche’ no anche all’Onu, di fronte a una plateale violazione delle leggi internazionali”.

Non sono in pochi a sottolineare che l’Italia non puo’ restare debole, chiedendo anche un’inchiesta sulla decisione di far sbarcare i maro’, mentre i piu’ ora vogliono unire le voci di protesta di tutti gli italiani. Una parte non meno significativa di utenti web guarda oltre, sostenendo che ”non e’ piu’ solo una questione solo tra Italia e India” e ritiene ”urgente coinvolgere Onu, Ue e Nato”, anche perche’ ”il programma antipirateria riguarda anche loro”.

Su Facebook, il gruppo ‘Comunita’ militare’ apre con la foto dei due maro’. Sul tricolore campeggia la scritta: ‘Massimiliano e Salvatore liberi subito. L’Italia ha il dovere di difenderli e riportarli a casa’. Su un altro post e’ scritto: ‘Gli Italiani e i Soldati vogliono risposte concrete. La dignita’ del popolo italiano e’ suprema’. La forza dei contatti e’ presto detta: ‘Siamo con voi ….. 2.763 italiani di questa pagina’, si legge in bacheca.

Non ha dubbi un altro gruppo, denominato ’10° Crociata’. Sotto le insegne di un cavaliere Templare, un messaggio: ”Fessi noi che ci siamo fatti intortare. Ma questo non puo’ giustificare un affronto all’Italia intera”. ”Una cosa e’ chiara -prosegue il post- l’inchiesta deve essere svolta da un tribunale militare italiano e, se ritenuti colpevoli, i maro’ dovranno scontare la pena in un carcere italiano”.

Fonte: ADNK

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