L’Esercito compie 150 anni e lo fa in grande stile festeggiando con una cerimonia solenne a Torino, la città in cui è nato. Il 4 maggio 1861, l’allora ministro della Guerra Manfredo Fanti decretò che il Regio esercito, fino a quel momento chiamato Armata Sarda, avrebbe assunto il nome di Esercito italiano. La cerimonia è stata presieduta dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e vi ha preso parte – nonostante gli impegni parlamentari nel pomeriggio – il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, che ha lasciato Torino alla volta di Roma appena si sono concluse le celebrazioni. Ad accompagnarlo il capo di Stato maggiore della Difesa (Smd), generale Biagio Abrate, e il generale di corpo d’armata Giuseppe Valotto, capo di Stato maggiore dell’Esercito (Sme).

Quest’ultimo nel suo discorso ha voluto ringraziare tutti gli uomini e donne dell’Esercito, che hanno reso la forza armata ciò che è oggi. Una struttura moderna, efficiente e rispettata da tutti, in Italia e all’estero. Durante la cerimonia ci sono stati momenti toccanti quando il presidente della Repubblica ha conferito la decorazione di “Cavaliere dell’ordine militare d’Italia” alla bandiera del Nono reggimento incursori Col Moschin e le croci alla memoria ai familiari dei nostri caduti in Afghanistan. Dal capitano Alessandro Romani, membro del “Nono”, al sottotenente Mauro Gigli, al sergente maggiore Massimiliano Ramadù, al caporal maggiore capo scelto Pierdavide De Cillis, ai caporali maggiori scelti Gianmarco Manca, Luigi Pascazio, Francesco Vannozzi e Sebastiano Ville; infine al primo caporal maggiore Marco Pedone.
Ci sono stati grandi applausi tra la folla presente, sia durante la lettura dei nomi dei caduti sia quando i familiari sono andati a stringere la mano al presidente Napolitano e a ritirare l’onorificenza.

Decorata anche la Bandiera di Guerra dell’Esercito italiano, che ha ricevuto una medaglia d’oro al merito civile per l’impegno della forza armata in occasione del terremoto in Abruzzo. Nella motivazione si legge che “in occasione del terremoto che colpì la Regione Abruzzo, gli uomini e le donne della forza armata, intervenuti con prontezza, si prodigavano con instancabile impegno per alleviare le sofferenze della popolazione, duramente provata dall’evento sismico, dimostrando eccezionali capacità nell’allestimento delle strutture di accoglienza e nell’organizzazione del sistema logistico di emergenza. Il prezioso contributo offerto e i molteplici interventi effettuati con assoluta dedizione per salvare vite umane e per corrispondere ai bisogni della cittadinanza, riscuotevano l’unanime riconoscenza della comunità locale e di tutto il paese”.Riconoscenza dimostrata anche dagli abitanti di Torino che spontaneamente hanno affisso sui balconi bandiere italiane di cui molte con lo stemma sabaudo, e si sono presentati in massa a Piazza Castello per festeggiare l’Esercito italiano. La professionalità della forza armata è infatti ormai riconosciuta sia in patria sia all’estero, come ha ricordato il ministro La Russa nel suo discorso.

Nel nostro paese sono impegnati 5.050 militari in cinque operazioni: Strade sicure, Strade pulite, nell’emergenza terremoto in Abruzzo, nell’internalizzazione dei servizi di vigilanza e nei concorsi Prociv. All’estero, invece, i soldati sono 5.860. La maggior parte di loro si trova in Afghanistan, impegnati nella missione Nato Isaf. Ci sono nostri contingenti anche in Libano (Unifil 2), Kosovo (operazione Joint enterprise e nato Hq Sk”; Albania (Die), Malta (Miatm), Israele/Egitto/Siria (Unteso), Iraq (Nato training mission, Ntm-I), Turchia (Seebrig), Georgia /Eumm), India/Pakistan (Unmogip), Sudan (Unamid), Sahara Occidentale (Minurso), Uganda (Autm Somalia) e Somalia (operazione Atalanta). Infine, alcuni nostri soldati si trovano a Tampa in Florida come ufficiali di staff al Comando centrale militare statunitense (Centcom), l’unità che sovrintende e gestisce tutte le missioni all’estero dei militari Usa.

Francesco Bussoletti,  4 mag 2011

Fonte: Il Velino.it

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