“Si parla molto di costruzione di una difesa europea: e’ corretto farlo, ma non deve essere una fuga dalle responsabilita’, ovvero la ricerca di risorse altrove”. Lo ha affermato il ministro della Difesa, Giampaolo Di Paola, concludendo i lavori del convegno “Il ruolo dell’Italia nelle missioni internazionali” svoltosi il 25 settembre alla nuova aula del palazzo dei gruppi parlamentari della Camera dei deputati.

“L’Europa siamo noi – ha premesso Di Paola – la nostra responsabilita’ non puo’ essere solo declaratoria, dobbiamo contribuire al processo di costruzione della nuova realta’ anche in Italia. E chi pensa ad una difesa europea non puo’ pensare ad una difesa disarmata”.

Il ministro, reduce da una visita al contingente italiano in Afghanistan, ha esaltato “le capacita’ umane e operative degli uomini e delle donne che partecipano alle missioni all’estero: capacita’ di primo livello, non abbiamo nulla da invidiare ai colleghi francesi, inglesi e americani. Che cosa facciamo di queste capacita’? Come possiamo garantire che tra 10 o 15 anni resteranno invariate?”

Viviamo in un momento in cui le realta’ internazionali sono profondamente cambiate, potremmo essere chiamati a intervenire in qualsiasi momento in un qualsiasi scenario, non importa se a 5mila, 3mila o 300 chilometri di distanza. Ma per farci trovare pronti, malgrado l’attuale contesto di crisi, dobbiamo portare avanti un processo di razionalizzazione di quanto acquisito senza tornare alle forze armate degli anni ’70 o ’80, cosi’ faremmo davvero torto agli italiani. Quanto ci viene dato – ha sottolineato Di Paola – poco o tanto che sia, deve essere messo a frutto. Che e’ poi quello che tende a fare la riforma dello strumento militare avviata“.

“Niente sogni – ha ammesso il ministro della Difesa -per troppo tempo in tanti, io compreso, abbiamo vissuto nell’illusione che domani sara’ ‘un nuovo giorno’, e invece questo giorno non sara’ sereno, sara’ se non torrenziale almeno nuvoloso: la riforma deve essere tale che lo strumento resti valido, perche’ se dovessimo scendere sotto certi livelli non li recupereremo piu'”.

Per Di Paola, “la crisi economica e’ l’opportunita’ per rilanciare la visione di una realta’ politica di un’unione di sicurezza e difesa europea; costruire una visione integrata richiedera’ tempo, non so quanto, ma la realta’ comune che vogliamo costruire passa attraverso la messa in ordine in ciascun paese dello strumento militare. E in questa ottica la “la dimensione industriale diventa una componente fondamentale”.

Redazione

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