Il 17 maggio, presso la base “Millevoi” di Shama nel Libano del sud, ha avuto luogo il passaggio di responsabilità alla guida del contingente italiano e del settore ovest di Unifil (United Nation Interim Force in Lebanon). La brigata aeromobile “Friuli”, comandata dal generale di brigata Antonio Bettelli, è stata avvicendata dalla brigata di cavalleria “Pozzuolo del Friuli”, comandata dal generale di brigata  Vasco Angelotti.

La cerimonia è stata presieduta dal capo di stato maggiore della Difesa, ammiraglio Luigi Binelli Mantelli, presente l’ambasciatore italiano in Libano Giuseppe Morabito. Nel corso del suo intervento, l’ammiraglio ha posto l’accento sull’importanza dell’impegno delle Forze armate nella missione in Libano, sottolineando i risultati di pregio del lavoro svolto dai  militari italiani e riconoscendone i meriti.

Il passaggio della bandiera delle Nazioni Unite, formale atto di cessione della responsabilità, è stato presieduto dal comandante di Unifil, il  generale di divisione Paolo Serra, al cospetto di numerose  autorità militari, civili, religiose e rappresentanze dei diversi contingenti nazionali.

Durante gli ultimi sei mesi, il contingente multinazionale, guidato dal generale Bettelli, composto da circa 1100 soldati italiani e da ulteriori 2300 militari provenienti da Brunei, Finlandia, Ghana, Irlanda, Malesia, Corea del sud, Slovenia e Tanzania, ha operato in stretto coordinamento con le Forze armate libanesi per garantire sicurezza  e stabilità nel sud del Libano.

Le attività condotte giornalmente dalla “Friuli” hanno garantito  il controllo del territorio attraverso circa 600.000 km percorsi dalle pattuglie italiane, in parte coperti in attività congiunte con le Forze armate libanesi, in parte connessi con le esigenze operative di sminamento del territorio nei dintorni della linea di demarcazione che separa il Libano da Israele, la blue line.  Tali attività hanno riguardato lo sminamento di ulteriori 2 corridoi nei quali sono state trovate e distrutte 13 mine.

I progetti di cooperazione civile e militare, ulteriore branca sviluppata dal contingente, hanno concorso al  miglioramento delle condizioni di vita della popolazione locale e  allo sviluppo dell’area e hanno rinforzato le continue e proficue relazioni con tutte le autorità civili e religiose del sud favorendo il dialogo interconfessionale. I materiali donati offrono una duplice valenza, l’oppurtunità di accrescere le condizioni di vita e di servizio del personale e quella di migliorare l’immagine delle istituzioni nel rapporto con la popolazione.

Per i militari della brigata “Pozzuolo del Friuli” si tratta del quarto ritorno nella Terra dei Cedri ove permarranno per i prossimi sei mesi continuando l’opera iniziata nell’agosto 2006 proprio dagli uomini della stessa brigata di cavalleria.

Redazione

 

 

 

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