Situazione “in costante miglioramento ma la guardia resta ovviamente alta”. Il generale di brigata Luciano Portolano sintetizza cosi’ il quadro militare nel settore regionale ovest dell’Afghanistan. Il Regional Command-West e’ a guida italiana e attualmente sotto il comando della Brigata ‘Sassari’, di cui lo stesso generale rappresenta il vertice. Sono 8mila i militari della coalizione Isaf impegnati in quest’area (in rappresentanza di 11 Paesi) e sotto il comando di Portolano, e poco piu’ della meta’ (4.200) sono italiani, base principale Camp Arena, a Herat.

L’evoluzione militare registra un “continuo miglioramento, si percepisce un maggiore senso di fiducia nella popolazione nei confronti del governo legittimo e delle forze di sicurezza afghane e della coalizione. Naturalmente – dice Portolano in un improvvisato briefing in Piazza Italia a Camp Arena – le nostre attivita’ vengono svolte in maniera tale che sempre si tenga in considerazione l’esigenza di operare in sicurezza”. Portolano sottolinea l’orgoglio della Brigata ‘Sassari’ per il contributo che sta dando, e ricorda la caratteristica che essa “e’ pressoche’ unica nel panorama nazionale, al 90 per cento e’ composta da sardi, e’ radicata nel territorio e nelle caratteristiche del popolo sardo. E’ una Brigata che testimonia il contributo dei sardi nei contesti difficili, come appunto e’ ora l’Afghanistan”.

Nessuna nuova competenza – precisa Portolano – e’ stata affidata alla ‘Sassari’ nel momento in cui ha preso il comando, mentre “di diverso c’e’ lo spirito tipico dei sardi, la determinazione, la capacita’, lo spirito umanitario del popolo sardo in Afghanistan, dando il prezioso contributo alla comunita’ afghana”. Il generale aggiunge che quando sara’ il momento dell’avvicendamento con altro comando italiano nell’area ovest, “lasceremo un Paese migliore di quello trovato, e questa e’ una soddisfazione personale e professionale. Si lascia una piccola parte di se’…”.

Restando al presente, quando le pattuglie si muovono “si esce in una condizione di maggiore sicurezza, ma non dimentichiamo mai che la sorpresa puo’ essere dietro ogni angolo. Quindi c’e’ sempre massima attenzione”. Quella attuale e’ una “fase di stabilizzazione dove e’ fondamentale approcciare i distretti piu’ lontani. Noi siamo qui sotto l’egida di un mandato dell’Onu, quando e’ il momento bisogna reagire ad atti ostili. Quello che e’ fondamentale e’ il Paese, la stabilita’”. L’Afghanistan “sta crescendo” e in questa fase diventa ancor piu’ importante – conclude il generale Portolano – la lotta all’import-export di armi, alla droga, alla corruzione. L’obiettivo e’ quello di puntare soprattutto alla crescita delle forze di sicurezza afghane e all’accrescimento del senso di governance locale da parte della popolazione”.

Enzo Castellano, 30 dicembre 2011

Fonte: AGI

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