2 novembre 2011. A bordo della portaerei Garibaldi, ormeggiata nella base navale in mar grande di Taranto, il capo di stato maggiore della Marina, ammiraglio di squadra Bruno Branciforte, ha incontrato oggi pomeriggio gli equipaggi che hanno partecipato alla missione Nato “Unified Protector”.

Nel dare loro il ben tornati a casa l’ammiraglio Branciforte ha espresso parole di vivo apprezzamento per il lavoro compiuto: “ Sono qui per esprimere la grande soddisfazione per l’operato di tutte le componenti della Marina”.  Dal 23 marzo e fino al 31 ottobre in 231 giorni di missione, le forze aero-navali italiane messe a disposizione della Nato per l’operazione Unified Protector hanno portato a termine i compiti assegnati per l’imposizione della No-Fly Zone e dell’embargo navale.

Il capo di stato maggiore della Marina ha poi aggiunto “porto il saluto della Marina militare e del Paese tutto in questo momento difficile. Quanto avete fatto deve essere d’esempio per la Nazione. Avete dimostrato quanto strategicamente è importante uno strumento navale in grado di intervenire ovunque e in poco tempo. Le operazioni in Libia hanno fatto chiarezza sulle reali capacità della Marina”.

Fin dal 17 febbraio 2011 l’Italia si è attivata per fronteggiare gli esiti della crisi Libica. Le unità della Marina militare da subito hanno dato inizio ad un’attività di monitoraggio delle acque dello stretto di Sicilia e dello spazio aereo sovrastante oltre a garantire l’evacuazione dei cittadini italiani, ed anche non italiani, che sono stati costretti ad abbandonare il territorio libico per non rimanere vittime di una guerra civile che si stava profilando. Il 24 marzo, l’Italia aderì alla operazione Unified Protector in una coalizione di alleati della Nato e non Nato.

L’Onu ha chiesto alla Nato di intervenire per far rispettare le Risoluzioni delle Nazioni Unite 1970 e 1973 embargo delle armi, no-fly zone e protezione della popolazione libica da attacchi o da minacce di attacco.

Il comando del Task Group per le operazioni navali (CTG 455.01) è stato affidato dapprima al contrammiraglio Gualtiero Mattesi – già comandante del Gruppo Navale Nato Uno (SNMG1) – imbarcato su nave Etna fino al 31 maggio, e successivamente all’ammiraglio di divisione Filippo Maria Foffi imbarcato sulla portaerei Garibaldi fino al 26 luglio e sulla nave anfibia San Giusto dal 27 luglio ad oggi.

A conclusione del suo intervento a bordo del Garibaldi l’ammiraglio Branciforte ha sottolineato:” l’importante contributo delle famiglie che sorreggono e supportano i propri cari imbarcati per lunghe missioni”.

Fonte: Ufficio PI Marina Militare

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