Il capo di stato maggiore della Difesa, generale Biagio Abrate, ha presenziato il 30 ottobre all’apertura dell’anno accademico 2012-2013 dell’Accademia navale di Livorno. Alla cerimonia, che e’ stata organizzata all’interno della palestra dell’Accademia, trasformata in auditorium per l’occasione,erano presenti il capo di stato maggiore della Marina, ammiraglio di squadra Luigi Binelli Mantelli, il comandante dell’Accademia navale, ammiraglio di divisione Giuseppe Cavo Dragone e numerose autorità civili, militari e religiose.

Siate sempre orgogliosi delle vostre scelte, delle vostre tradizioni e del vostro spirito identitario, perché di sani ideali militari, di questi tempi, c’è veramente bisogno – ha detto il generale Abrate rivolgendosi ai frequentatori – “Ma siate sempre aperti al cambiamento e al nuovo, rifuggendo da tentazioni isolazioniste e particolariste”.

“La presenza in platea di numerose autorità militari appartenenti alle altre Forze armate – ha sottolineato il generale Abrate –  dimostra quanto la Marina militare sia apprezzata da tutti coloro che portano le stellette”. Un apprezzamento che raccoglie il senso del discorso dell’ammiraglio Binelli che ha posto l’accento sull’importanza e la responsabilità della formazione professionale e morale degli ufficiali come elemento essenziale del futuro della Forza armata, lanciando un forte messaggio di volontà di valorizzazione individuale per creare il professionista di domani.

L’educazione alla leadership, all’iniziativa e all’aspirazione personali, attraverso esperienze diverse a carattere tecnico-professionale – nelle parole dell’Ammiraglio Binelli – pongono in evidenza “il singolo e le sue peculiari qualità, anzichè l’anonimato del gruppo, in cui è facile nascondersi”. Uno sprone, quello del capo di stato maggiore della Marina, a combattere “la pigrizia mentale e l’attitudine a difendere certi privilegi, a non scegliere inevitabilmente lo status-quo e a non guardare con sospetto al nuovo”. “L’omologazione – ha concluso l’ammiraglio Binelli – fa assurgere a tradizioni le brutte abitudini; la mancanza di coraggio morale alimenta il fenomeno degli yesmen e, cosa ancora più grave, produce incapacità di trasmettere ai giovani fiducia nel futuro, valori positivi, il senso della missione.”

”Mi aspetto che non venga perso nemmeno un minuto – ha detto l’ammiraglio Cavo Dragone rivolto ai nuovi allievi – e che si confermi quanto fatto lo scorso anno, con il continuo aggiornamento del piano di studi e l’incremento delle attivita’ marinaresche. La Marina investe e si aspetta risultati”. Ha poi aggiunto. “Che non sia fatta cadere neanchè una goccia del sapere messo a vostra disposizione. C’è una parte onesta e pulita dell’Italia che crede in noi. Non possiamo tradire le attese”.

Nel corso della cerimonia è stata svolta una lectio magistralis da Andrea Margelletti, presidente del Centro studi internazionali (Cesi), che ha posto l’accento sulla capacità di interscambio culturale della Marina, considerata tra le Forze armate la più globalizzata perché “da sempre chi va per mare deve sapersi confrontare con l’altro”.

Redazione

 

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