Jo Nesbo aveva suonato l’allarme da tempo, nelle prime avventure dell’ormai mitico Harry Hole, il commissario alcolizzato e cacciatore di serial killer della polizia di Oslo. E assieme a lui Annie Holt, già ministro della giustizia a meta degli anni Novanta, giornalista televisiva, avvocato e ora giallista di culto. Il noir del Paese dei fiordi ha anticipato di qualche anno la cronaca nerissima di questi giorni. Nei romanzi della Holt e di Nesbo, fenomeni cult delle ultime estati, milioni di copie vendute in tutta Europa, il malessere di un Paese ricco e sobrio, individualista ma attaccato alla Corona (sia nel senso di moneta che della casa reale), è diventato letterario, sociologico, perfino antropologico. A parte le classifiche dei best seller, non c’è dubbio che questo sia l’anno della Norvegia. “Il leopardo”di Nesbo spopola, cosi come gli altri romanzi che vedono protagonista Harry Hole. E le traduzioni dei gialli della Holt conquistano nicchie sempre più grandi di lettori.

Sono loro le guide per capire un Paese che è simile alla sua morfologia: ha tante vene scoperte nella sua anima, diversi corridoi stretti che arrivano fino al suo cuore. La pericolosa ondata neonazista e xenofoba, l’escalation di violenza di tante bande giovanili, supportate di nascosto anche da parte dell’establishment, sono lo sfondo del primo “noir” di Nesbo, “Il pettirosso”. Che tratteggia anche un altro aspetto del sentimento nazionale norvegese: la rimozione totale, con rapidissimi lavaggi di coscienza, del quinquennio di Vidkun Quisling, il “Forer” fantoccio della Germania nazista.

I gialli della Holt sono “esatti”, curati nel dettaglio, originali perfino nella scelta dei protagonisti: gli investigatori non sono eroi senza macchia come quelli svedesi, sono combinazioni alchemiche di “grandi sfighe”, madri di bimbe autistiche o vedovi che hanno perso la famiglia in un incidente. Oppure sono poliziotte lesbiche che non vogliono rivelare ai colleghi le loro preferenze sessuali. Le avventure di Nesbo sono invece crimini seriali con trame intricate e assassini sadici: Harry Hole tiene fede al suo cognome, è un “buco nero” che ad ogni libro inghiotte il compagno di investigazioni o la donna amata. Ma sullo sfondo di tutti i gialli, sia di Nesbo che della Holt c’è Oslo e la Norvegia. Un Paese che alterna attrazioni verso l’Europa a repulsioni estrinsecate con referendum che chiudono ogni spiraglio all’Unione. Un mondo di notti chiare e luminose, di nazionalismi ed egualitarismi entrambi esasperati. In Norvegia danno del “tu” anche al re, ma sono così gelosi della purezza del loro Paese, che la prima reazione ai tragici attentati è stata sospendere i trattati di Schengen, nonostante il terrore venisse dall’interno.

Pino Di Blasio, 25 luglio 2011

Fonte: Quotidiano Nazionale

Foto: Einaudi

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