Chi sta sabotando i siti nucleari iraniani? Lunedì c’è stata un’altra misteriosa esplosione a Yazd, dove c’era una fabbrica di metalli considerata decisiva per il programma nucleare di Teheran. Dopo gli attacchi a Bidganeh e Isfahan, questo è il terzo sito in un mese a subire un attacco. Il Jerusalem Post scrive che Yazd è nelle mani delle Guardie della Rivoluzione(nella foto), i centurioni del regime che guidano il programma atomico.

Il primo indiziato è ovviamente il Mossad, il servizio segreto israeliano. Ma gli analisti ritengono che Israele e gli Stati Uniti possano servirsi del Mek, i mujaheddin del popolo, principale gruppo di opposizione iraniano, per rallentare la corsa dell’Iran verso la bomba atomica. Un blog statunitense (Tikun Olam), gestito da un giornalista che vanta stretti contatti con i servizi israeliani, ha raccontato i legami fra Gerusalemme e il Mek.

Ieri il vice primo ministro israeliano, Moshe Yaalon, ha negato che Israele stia lavorando con il gruppo iraniano per sabotare l’atomica: “Non ci intromettiamo negli affari interni iraniani”. I mujaheddin sono accusati di essere una “setta totalitaria”, ma un coro sempre più consistente di esponenti di spicco repubblicani e democratici sta lavorando per rimuovere il gruppo dalla lista nera.

La fazione dura nell’establishment di Washington vede il Mek come uno strumento vitale contro Teheran e si sta muovendo per legalizzare l’organizzazione (i marine sono già dislocati a protezione dei mujaheddin ad Ashraf in Iraq). A favore dei mujaheddin si sono schierati ottanta deputati di entrambi i partiti, ex candidati alle presidenziali come Rudolph Giuliani e Howard Dean, militari come l’ex comandante della Nato Wesley Clark e il generale e consulente di Obama James Jones, l’ex direttore dell’Fbi Louis Freeh e l’ex ministro della Giustizia Michael Mukasey.

L’Unione europea e l’Inghilterra hanno già fatto cadere le accuse contro il Mek nel 2009. Nel 2003 le informazioni riservate raccolte dai mujaheddin in Iran hanno costretto l’Agenzia internazionale per l’energia atomica a decidere di effettuare ispezioni nei siti nucleari iraniani. Nel 2002 fu il Mek ad annunciare l’esistenza della centrale di Natanz. Nel 2005 fu la volta di Qom e nel 2008 di Khojeyr.

Nel 2005, il presidente americano George W. Bush annunciò che le rivelazioni provenivano da un’unica fonte: “Il programma nucleare dell’Iran è stato scoperto grazie a un gruppo di dissidenti che ha richiamato l’attenzione del mondo intero”. Nella rivoluzione contro lo scià, il Mek ebbe un ruolo decisivo. Nel 1988 Khomeini emise una fatwa che condannava a morte i militanti, accusati di “ateismo”.

Da allora i mujaheddin hanno formato un governo in esilio a Auvers-sur-Oise, il villaggio francese di Vincent van Gogh, e una parte vive in Iraq, dove i mujaheddin si trovano da quando sono stati ospitati da Saddam in chiave anti ayatollah. La loro leader, Maryam Rajavi, è a favore del cambio di regime e vuole la fine della sfida atomica iraniana, che ha definito “la minaccia più significativa per la pace e la sicurezza mondiale”. E’ l’unico gruppo nella lista nera del terrorismo che potrebbe risultare decisivo a Israele e agli Stati Uniti.

Giulio Meotti, 14 dicembre 2011

Fonte: Il Foglio

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here