Le crescenti difficoltà del lavoro dei giornalisti in Sicilia, le ripetute minacce e gli atti intimidatori nei confronti dei cronisti, le pressioni e il tentativo di bavaglio anche da parte della politica con le reiterate richieste di risarcimento dei danni: sono stati i temi salienti trattati dalla Commissione parlamentare Antimafia che, a palazzo San Macuto, ha ascoltato in audizione pubblica il vicesegretario nazionale della Fnsi Luigi Ronsisvalle (nella foto) e il segretario regionale dell’Associazione siciliana della stampa Alberto Cicero.

Sono stati segnalati gli undici casi di intimidazione e violenze compiuti nell’ultimo anno nei confronti dei giornalisti siciliani ma anche la difficoltà di fare correttamente informazione per quei cronisti che, lontani dalle redazioni, sono costretti a lavorare con scarse garanzie e bassissimi compensi, rendendo in questo senso di massima urgenza l’approvazione della legge sull’equo compenso quale forma di tutela nei confronti dei giornalisti precari e free lance.

Insieme alla necessità di una radicale riforma dell’Ordine, é stata sollevata anche la questione della tutela dei giornalisti pubblicisti ai quali non viene riconosciuta la facoltà di avvalersi del segreto professionale e per questo condannati in sede penale (casi Trovato e Martorana) per non avere rivelato le identità delle loro fonti.

A conclusione dell’audizione è stato consegnato alla Commissione il dossier realizzato da Fnsi e Associazione della Stampa, in collaborazione con l’istituto di previdenza dei giornalisti, sull’emittenza televisiva locale in Sicilia. Il documento, già consegnato al gruppo dei carabinieri per la tutela del lavoro, evidenzia una serie di anomalie anche in relazione al finanziamento pubblico oltre che per quanto riguarda la contrattualizzazione e i versamenti contributivi dei giornalisti.

Fonte: ANSA, 21 giugno 2012

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