Tra le preoccupazioni degli acquirenti degli NH90 sulle capacità e i ritardi nella consegna, l’Esercito italiano ha espresso soddisfazione per l’elicottero e ne ha inviati due in Afghanistan, dove ora volano dalla base italiana di Herat.

L’Esercito ha in programma di schierare quattro dei suoi nuovi elicotteri nell’aspra regione entro la fine di settembre. Ogni elicottero sarà trasportato singolarmente su un aereo da trasporto C-17 – con la coda piegata e rotori rimossi – dal centro logistico dell’Esercito italiano a Bologna( ndt, il 2° reggimento sostegno Aves “Orione”).

“Il primo elicottero ha volato a Herat il 20 agosto, il giorno dopo che è arrivato, e abbiamo verificato che in condizioni afgane, l’NH90 ha fornito prestazioni del 15 per cento superiori a quello che era stato previsto”, ha detto il comandante dell’Aviazione dell’Esercito, generale di corpo d’armata Enzo Stefanini.

“Il terzo sarà presto in linea”, ha aggiunto. Gli elicotteri, che saranno sottoposti a test di volo in Afghanistan questo mese, effettueranno missioni di trasporto tattico e di sgombero sanitario e sostituiranno i sei elicotteri AB205 dell’Esercito, in rientro da Herat entro la fine dell’anno.

Prima dell’impiego in teatro, l’Esercito italiano ha testato l’elicottero alle alte quote e in condizioni polverose a Logrono, in Spagna.

“L’NH90 dispone di una autonomia massima di 450 miglia, rispetto alle 250 miglia degli AB205 ed è in grado di coprire l’intera area di operazioni italiana, così come qualsiasi ospedale fosse necessario raggiungere in caso di missioni di sgombero sanitario, cosa che gli AB205 non potevano,” ha detto Stefanini.

Tra l’equipaggio e il personale della logistica, circa 45 persone si occuperanno degli aeromobili ad Herat, circa 10 per ogni NH90.

Compresi gli elicotteri inviati in Afghanistan, l’Esercito Italiano dispone di 20 NH90, di cui 14 si trovano nella versione  Initial Operational Capability (IOC) Plus avanzato.

La macchina offre mappatura digitale, armatura, sistemi di autodifesa tra cui le flares, comunicazione via satellite, radio cifrate e due mitragliatrici di bordo M134D montate su supporto, ed è certificata per operare con la rampa posteriore aperta in volo.

Ancora a venire la versione Link 16, “che è richiesta più per un conflitto ad alta intensità, simmetrico,” ha detto Stefanini, ed ha capacità di rilevazione e monitoraggio degli ostacoli a mezzo di un sistema laser”, che però non è essenziale in Afghanistan.”

Sei dei 20 elicotteri ricevuti sono ancora in configurazione IOC ma si stanno riconsegnando alla Agusta Westland per l’aggiornamento.

Quattro sono le consegne previste per quest’anno, a cui ne seguiranno altri sei nel 2013 e otto nel 2014, con l’ordine definitivo di 60 da completare entro il 2016.

“Dalla consegna del venticinquesimo esemplare riceveremo la versione FOC [piena capacità operativa] anche se non è una priorità per l’Afghanistan”, ha detto Stefanini.

La Marina militare italiana nel frattempo ha ordinato 46 NH90 per le missioni di guerra antisom e antisuperficie e 10 in una versione elicottero da trasporto tattico navale per il supporto alle operazioni anfibie e speciali.

Le consegne degli NH90 destinati all’Esercito italiano sono in ritardo. Nel 2008 la pianificazione prevedeva l’introduzione in servizio della versioni FOC entro la fine del 2009. Nel 2009, ne era stato previsto l’arrivo per l’inizio del 2011.

“Strappi”  internazionali

Ritardi nella certificazione e difficoltà tecniche hanno rallentato il programma internazionale al punto che la Svezia ha ordinato 15 Black Hawks lo scorso anno come gap filler.  La Norvegia avrebbe dovuto riceverne otto in versione marittima sei anni fa, ma ne ha ricevuto uno solo e recentemente ha minacciato di riconsiderare il suo ordine, se non avesse avuto altre consegne entro la fine dell’anno.

Il Portogallo sta negoziando la sospensione del suo ordine di 10 esemplari in versione trasporto tattico, in gran parte per motivi di bilancio.

Ma anche se l’Italia ha dovuto riconsegnare elicotteri per gli aggiornamenti, Stefanini è apparso soddisfatto del ritmo delle consegne. “Abbiamo volato 5.000 ore, più di altri utenti, e noi siamo in Afghanistan”, ha detto.  Stefanini ha aggiunto che era contento delle capacità del velivolo. “Abbiamo capito la capacità offerte, e ciò soddisfava le nostre esigenze; era quello che volevamo”.

Gli NH90 dell’Esercito italiano saranno schierati a Casarsa e a Rimini, basi della brigata aeromobile e a Viterbo, dove sono utilizzati per l’addestramento alle operazioni speciali dell’Esercito. Bologna ospita una base logistica. Bologna e Viterbo hanno dedicato hangar per l’NH90, mentre un hangar simile è in fase di completamento a Rimini.

L’Esercito ha perso un NH90 in un incidente sul lago di Bracciano in Italia nel giugno 2008, dove morì il pilota. L’incidente è stato attribuito a “fattore umano e ambientale.”

Il nuovo elicottero a Herat vola con sei Chinook italiani, parte della flotta CH-47 ora in via di sostituzione con i 16 elicotteri CH-47F ordinati nel 2009.

“Il primo volo del primo nuovo Chinook si svolgerà quest’anno e ci aspettiamo la prima consegna nella prima metà del 2013, con un tasso di consegna di due all’anno”, ha detto Stefanini.

Sono schierati nella base di Herat anche gli elicotteri d’attacco italiani AW129 Mangusta. Il modello sarà ammodernato nel sistema d’arma e di propulsione. Due velivoli saranno dotati, entro la fine dell’anno, con il missile israeliano Spike, che l’Italia impiega anche sui suoi veicoli.

“Lo Spike offre una gittata di otto chilometri a fronte dei quattro chilometri attualmente garantita dai missili Tow utilizzati in teatro”, ha detto Stefanini.

Tom Kington, 3 settembre 2012

Fonte: Defense News

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