di Stefano Sbaccanti

Herat, un tempo capitale culturale e artistica dell’Afghanistan, é collocata nell’ovest del Paese, al confine con il Turkmenistan e l’Iran. Considerata da molti la Firenze afghana, Herat fu fondata da Alessandro Magno nel 330 a.C. ed è ricca di testimonianze della cultura antica, come la famosa Moschea del Venerdì, detta anche Moschea Blu.

La Moschea è il più importante monumento cittadino e si staglia nella piazza centrale di Herat. Fu eretta  nel XIII secolo e ricostruita sul finire del XIV secolo. A quel tempo risalgono anche le magnifiche decorazioni in ceramica smaltata in diverse sfumature di blu che la rivestono completamente.

La Moschea è un superbo esempio di architettura per il culto islamico che può accogliere fino a diecimila fedeli. Caratterizzata da immensi spazi interni e arcate imponenti, è suddivisa in due parti, quella dedicata agli uomini e quella per le donne.

A lato della Moschea si trova la scuola di ceramica, che ancora oggi fornisce le famose mattonelle blu usate nella decorazione delle pareti delle moschee di Kabul, di Mazhar al Sharif e di Herat. Il laboratorio per la creazione delle maioliche è un luogo affascinante che riporta il visitatore indietro nel tempo: la lavorazione delle piastrelle, infatti, avviene secondo le tecniche tradizionali, che necessitano di molti passaggi e di una pesante attività fisica.

La prima operazione consiste nel setacciare e far macerare l’argilla dentro ad una vasca piena d’acqua. Al composto omogeneo che si ottiene viene data la forma desiderata mediante appositi stampi. Segue la prima cottura in un forno a legna e al termine le piastrelle vanno attentamente ripassate una ad una, lisciandole con acqua e tamponandone le porosità rimaste. A questo punto sono pronte per la coloritura di base e la prima vetrificazione.

I colori si ottengono dalla combustione di metalli in un altro forno: rame per il verde, cobalto per il blu, ecc. I colori vengono poi impastati con una polvere che si ottiene attraverso la macinatura finissima del vetro. Le piastrelle sono ora pronte per un secondo passaggio di cottura, una fase molto delicata della lavorazione dalla quale  dipende la buona qualità del prodotto finale.

Maestri e studenti passano l’intera notte a prendersi cura del forno. A cottura finita le piastrelle sono ormai quasi pronte, ma per ottenere la dignità di ceramiche secondo la tradizione artistica di Herat è necessario un ulteriore passaggio: la pittura. I soggetti della tradizione artigiana possono riguardare semplici disegni geometrici o vere e proprie composizioni che traggono spunto dalla letteratura orientale.

Le ceramiche così dipinte sono trattate con un ultimo strato di polvere di vetro e quindi vengono ancora una volta poste nel forno per la terza cottura di fissaggio. Ora sono finalmente pronte e possono essere utilizzate per abbellire case e moschee.

 

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