Nelle prime ore della mattina del 21 aprile 1945, le unità alleate del 2°Corpo Polacco dell’8a Armata Britannica, della Divisione USA 91a e 34a, i Gruppi di combattimento Legnano, Friuli e Folgore e della brigata partigiana “Maiella” entrarono a Bologna senza sparare un colpo. Infatti, nella notte precedente i tedeschi ed i fascisti, su ordine del generale Von Senger, avevano abbandonato la città. Più tardi nella mattinata arrivarono anche i bersaglieri del battaglione Goito che sfilarono percorrendo via Rizzoli mentre la folla, radunata ormai in centro, li acclamava. Nel pomeriggio ebbero il permesso di entrare in città le Brigate partigiane Giustizia e Libertà di Montagna e 7a Modena.

A Palazzo d’Accursio, il Sindaco Dozza ed il Prefetto Borghese, nominati dal CLN, portarono il saluto della città ai comandanti alleati. Anche il cardinale Nasalli Rocca si recò a Palazzo d’Accursio per incontrare i liberatori. L’arrivo dell’ex podestà Agnoli suscitò imbarazzo, anche perché pretendeva di dare le consegne, ma fu affidato a padre Casati che lo portò nel convento di San Domenico. Mentre Piazza Vittorio Emanuele II (oggi Piazza Maggiore) era ormai piena di cittadini, partigiani, soldati alleati e di blindati sui quali erano saliti giovani, ragazze con fiori e bandierine tricolori, Dozza, Zoccoli (Presidente del CLN regionale) e Borghese si affacciarono sul balcone del Comune per salutare i cittadini ormai liberati e festosi.

Nella foto: la lapide di Porta Santo Stefano che ricorda il contributo anche dell’87° reggimento del Gruppo di Combattimento Friuli. La bandiera di guerra, ritornata dal Vittoriano, è oggi custodita dal 87° reparto comando e supporti tattici della Brigata aeromobile “Friuli”, erede delle tradizioni dell’omonimo Gruppo di Combattimento.

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