Il negazionismo dell’Olocausto non sarà più tollerato su Facebook che ha annunciato che rimuoverà i contenuti che, sulla sua piattaforma, negano o distorcono l’Olocausto. “Qualora una persona ricercasse l’Olocausto sulla nostra piattaforma, verrebbe ora indirizzata verso fonti autorevoli per ottenere informazioni accurate”, ha detto ieri il fondatore della compagnia, Mark Zuckerberg, preoccupato dall’aumento dell’antisemitismo sul social.

Nel 2018, il fondatore di Facebook aveva difeso il diritto dei negazionisti di pubblicare contenuti sulla piattaforma. Zuckerberg ha oggi però ammesso che la sua visione dell’argomento “si è evoluta” guardando ai “dati che mostrano un aumento della violenza antisemita”.

“Tracciare le giuste linee tra ciò che è un discorso accettabile o meno non è semplice – afferma – ma considerato lo stato attuale del mondo, credo che questo sia il giusto equilibrio”. Un recente sondaggio ha rilevato che “il 63% degli adulti statunitensi tra i 18 e i 39 anni non sapeva che 6 milioni di ebrei erano stati uccisi” e il 36% credeva che fossero stati uccisi “due milioni o meno di ebrei”.

Sulla scia di questa nuova politica, la scorsa settimana Facebook ha cominciato a rimuovere qualsiasi gruppo o pagina che si identifica apertamente con QAnon, un gruppo di cospirazionisti vicini ad ideali di estrema destra che sostiene come gran parte del mondo sia gestito da una cabala di satanisti pedofili. Il gigante dei social media ha anche annunciato che oscurerà ogni forma di disinformazione sul coronavirus, oltre ai post che mirano a destabilizzare le elezioni presidenziali americane di novembre.

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