di Michele Toriaco

Durante la Seconda guerra mondiale, dal 27 al 30 settembre 1943, Napoli insorge contro l’occupante tedesco e con mirabile slancio diventa la prima città in Europa a liberarsi, da sola, dalle truppe naziste. Già pesantemente martoriata dai bombardamenti in corso dal 1940 al 1943, la città allo stremo ritrova la forza e il coraggio di ribellarsi in quelle che poi sono passate alla storia come « le quattro giornate di Napoli » .

Decisa a tutto, anche a costo della propria vita, la popolazione insorge il 27 settembre e, armata alla meno peggio, riesce a portare avanti una cruenta guerriglia urbana contro le truppe tedesche che nella sola città di Napoli contavano alcune decine di migliaia di uomini. L’eroica ribellione, che costerà decine di perdite di vite umane, precorre così l’insurrezione nazionale che culminerà nella Liberazione del 25 aprile 1945.

Per essersi liberata da sola (le prime truppe Alleate entreranno in Napoli il 1° ottobre 1943) e con un tale ardimento, alla città di Napoli è concessa la medaglia d’oro al valor militare, accompagnata da questa motivazione: «Con superbo slancio patriottico sapeva ritrovare, in mezzo al lutto ed alle rovine, la forza per cacciare dal suolo partenopeo le soldatesche germaniche sfidandone la feroce disumana rappresaglia. Impegnata un’impari lotta col secolare nemico offriva alla Patria, nelle “Quattro Giornate” di fine settembre 1943, numerosi eletti figli. Col suo glorioso esempio additava a tutti gli Italiani, la via verso la libertà, la giustizia, la salvezza della Patria».

Molti furono, in quelle storiche giornate, i gesti eroici messi in atto dagli abitanti insorti, e tra questi si ricordano in particolare quelli di quattro ragazzi, scesi in strada a combattere da veri partigiani, alla cui memoria sarà poi concessa la medaglia d’oro al valor militare. Due di essi, erano ancora dei bambini: il dodicenne Gennaro Capuozzo (nella foto), che la storia ricorda come « il più giovane partigiano d’Italia », e il tredicenne Filippo Illuminato. Le altre due medaglie d’oro erano Pasquale Formisano, di anni 17, e Mario Menichini, diciottenne. Val bene qui ricordare, anche come stimolo civico per le odierne giovani generazioni, le motivazioni delle rispettive medaglie d’oro al valor militare:

A Gennaro Capuozzo: « Appena dodicenne durante le giornate insurrezionali di Napoli partecipò agli scontri sostenuti contro i tedeschi, dapprima rifornendo di munizioni i patrioti e poi impugnando egli stesso le armi. In uno scontro con carri armati tedeschi, in piedi, sprezzante della morte, tra due insorti che facevano fuoco, con indomito coraggio lanciava bombe a mano fino a che lo scoppio di una granata lo sfracellava sul posto di combattimento insieme al mitragliere che gli era al fianco. Prodigioso ragazzo che fu mirabile esempio di precoce ardimento e sublime eroismo. – Napoli, 28-29 settembre 1943 » .

A Filippo Illuminato: « Combattente tredicenne nella insurrezione di Napoli contro l’invasione tedesca, solo e con sublime ardimento, mentre gli uomini fatti cercavano riparo, muoveva incontro ad un’autoblindata che dalla piazza Trieste e Trento stava per imboccare via Roma. Lanciata una prima bomba a mano continuava ad avanzare sotto fuoco nemico e lanciava ancora un’altra bomba prima di cadere crivellato di colpi. Suprema, nobile temerarietà che solleva il ragazzo tredicenne agli eroi della Patria e che viene additata con fierezza al ricordo di Napoli e dell’Italia tutta. – Napoli, piazza Trieste e Trento, 28 settembre 1943 ».

A Pasquale Formisano: « La sua mano non tremò nell’epico gesto e con la bomba lanciò anche il suo cuore contro il ferrigno strumento di guerra tedesco che seminava la morte tra il popolo insorto. Colpito da mitraglia nemica, immolò in suprema dedizione alla Patria la giovane esistenza ed il suo olocausto si scolpì ad eterna memoria nell’anima di Napoli che nelle giornate della leggendaria insurrezione vibrò di entusiasmo e di dolore che sono la vera gloria dei suoi figli, soli artefici della sua vittoria. – Napoli, 28 settembre 1943 » .

A Mario Menichini: « Amor di Patria infiammò il suo cuore e reso saldo il suo braccio che non tremò. In epico gesto degno delle tradizioni della vera gioventù italiana affrontò e colpì con bomba a mano un carro armato tedesco che, avanzando per le strade della martoriata città, seminava la morte fra il popolo insorto contro l’oppressore. La sua giovane esistenza, stroncata dalla mitragliatrice nemica, vive e palpita nell’anima di Napoli che, nelle leggendarie “Quattro Giornate”, cantò la sua più bella canzone di amore e di morte che fu novella di vita. – Napoli, 28 settembre 1943 » .

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