La cerimonia a Villa Pallavicini Gandolfi di Bologna – La formazione è la prima sfida – “Bisogna favorire la crescita culturale, la consapevolezza e il senso etico della categoria”
«Creare intrecci e modalità culturali differenti per dare un futuro migliore alla formazione dei giornalisti»: per questo è nata la Fondazione Ordine Giornalisti dell’Emilia-Romagna. Lo ha sottolineato con partecipata soddisfazione Angelo Varni, fra i fondatori della Scuola di Giornalismo “Ilaria Alpi”, dove si è svolto l’incontro di presentazione della neonata struttura che «potrà intessere nuovi intrecci e diventare compartecipe del master universitario».
Un proposito confermato pure da Gerardo Bombonato – presidente dell’Ordine e anche della Fondazione – che ha aggiunto: «stiamo definendo linee e contenuti, ma che ci sia bisogno di formazione, e non solo nel giornalismo, è certo. Persino il Rettore Ivano Dionigi ha dichiarato che i nostri laureati sono semi analfabeti». «La formazione dei giornalisti – ha proseguito Bombonato – dovrà soprattutto misurarsi col fatto che negli ultimi trent’anni c’è stata la rivoluzione: la professione è cambiata profondamente e i giornalismi si sono moltiplicati». E poi il 50 per cento della categoria lavora fuori dalle redazioni, quindi «la formazione sul campo e la trasmissione del sapere dai colleghi anziani ai giovani non esiste più».
L’Ordine organizza già corsi per gli aspiranti professionisti e per i pubblicisti, ma la nuova fondazione consentirà di allargare la rosa formativa. Soprattutto dopo l’ultima legge sulle liberalizzazioni che ha sancito la formazione obbligatoria, permanente e continua pure per i giornalisti. «A questo proposito – ha ricordato il presidente – il Cda della Fondazione ha già incontrato i parlamentari Sandra Zampa e Giancarlo Mazzuca, fra i firmatari di un disegno di legge di riforma dell’Ordine, e li ha impegnati a sostenere la modifica con l’inclusione della formazione». La Fondazione intende anche realizzare corsi “on demand”, magari commissionati dalle redazioni o comunque proposti da esterni. Un’apertura garantita anche dalla presenza nel Consiglio d’amministrazione di personalità del mondo culturale e imprenditoriale come Patrizio Bianchi e Chiara Segafredo.
Di sguardo verso l’esterno e sinergia fra giornalista e cittadino ha parlato Claudio Santini – direttore della Formazione per la Fondazione. Nel chiedersi in modo ironico-retorico se «giornalisti si nasce o si diventa», Santini ha sottolineato con forza che «da quando è stato evidenziato il risvolto passivo dell’articolo 21 della Costituzione, il cittadino ha diritto ad essere informato». E deve essere informato correttamente. Per questo, ha precisato: «è necessario formare gli aspiranti professionisti ma anche i pubblicisti e chi lavora negli uffici stampa, soprattutto di enti pubblici». Ci sarà attenzione anche per i fotografi e la qualità della fotografia, perché «ormai le immagini sono diventate più importanti dello scritto».
Conoscenze specifiche e capacità divulgativa saranno dunque al centro della proposta formativa della fondazione, lo ha sottolineato in conclusione Patrizio Bianchi, membro del Cda e assessore alla Formazione della Regione Emilia-Romagna. «La formazione continua e permanente deve dare ai giornalisti gli strumenti tecnici del proprio mestiere ma anche contenuti e strumenti linguistici specialistici. E poi bisogna stimolare la loro capacità di pensiero e di riflessione sulla realtà”. Prima della presentazione si è svolta la riunione di insediamento del Comitato Scientifico e dei Garanti. Sono stati approfonditi gli scopi della Fondazione in rapporto al ruolo del Comitato, che sarà principalmente quello di avanzare proposte formative e una volta messe a punto, di validarne la qualità scientifica.
Franca Silvestri, 26 settembre 2011
Foto: Pasquale Spinelli
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