27 marzo 2013., Per la prima volta nella storia del reggimento incursori paracadutisti, questa mattina a Pisa il capo di stato maggiore dell’Esercito, generale di corpo d’armata Claudio Graziano, ha consegnato i brevetti di incursore al nuovi operatori delle forze speciali dell’Esercito italiano in forza al 9° reggimento d’assalto paracadutisti “Col Moschin” di stanza a Livorno.

L’Iter selettivo/formativo degli incursori dell’Esercito è estremamente severo. Al termine del corso, della durata di circa due anni, soltanto il 10% riesce ad ottenere l’agognato brevetto di incursore che sancisce l’acquisizione di un’elevatissima professionalità ed altissima specializzazione. Essere incursori dell’Esercito significa essere in grado di operare con ampi margini di autonomia operativa e logistica, in condizioni di isolamento, in unità tattiche di ridotta entità numerica, in contesti non permissivi od ostili, con capacità di muoversi in qualsiasi ambiente ed utilizzare tutti i mezzi, equipaggiamenti e sistemi d’arma necessari all’assolvimento della missione ricevuta.

Le tecniche apprese dagli incursori dell’Esercito italiano, al termine dell’iter formativo senza eguali in ambito nazionale, sono volte all’esecuzione di azioni offensive deliberate, caratterizzate da estrema precisione, uso discriminato della forza, velocità e rapidità di infiltrazione, ingaggio ed esecuzione, in ogni ambiente operativo e geografico: mare, montagna, ambienti costieri, paludosi e lacustri, ambienti artici e desertici.

Il 9° “Col Moschin” seleziona militari con alle spalle almeno tre anni di vita militare, che spesso hanno già maturato esperienze in teatri operativi e li sottopone, a premessa dell’iter vero e proprio, ad un percorso intenso ed impegnativo, sia dal punto di vista fisico che da quello psicologico, con una serie di esercizi valutativi e di prove di resistenza fisica in assetto da combattimento, in condizioni di estremo stress psico-fisico.

L’addestramento degli incursori comprende topografia e navigazione terrestre, armi e tiro, esplosivi e tecniche di demolizione, addestramento individuale al combattimento, tecniche di primo soccorso, sci, roccia e combattimento in montagna, tecnica dell’aviolancio in caduta libera da alta quota, corso per subacquei e navigazione marittima.  Ulteriori corsi di perfezionamento presso scuole di formazione internazionali completano le capacità di questi soldati che rappresentano l’élite delle Forze armate italiane e gli permette di portare a termine le operazioni più pericolose.

Redazione

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