17 giugno 2011. Si sono svolte ieri nella Provincia di Badghis, nel nord della regione sotto la responsabilità italiana, due importanti shure, gli incontri fra gli “anziani”, le autorità locali ed i rappresentati delle Forze di ISAF, tese a discutere gli intereventi e le problematiche dei vari villaggi della provincia.

L’attività è la prima dopo l’ importante operazione congiunta fra le forze di sicurezza afghane ed i paracadutisti della Folgore che ha permesso, nelle scorse settimane,  di raddoppiare  l’area “sicura” all’interno della quale vive la popolazione afghana e soprattutto di poter cominciare a parlare di sviluppo anche a livello regionale permettendo in questo modo un progressivo aumento della governance  seguito da sviluppo sostenibile anche grazie alla capacità delle forze afgane di garantire le basilari condizioni di sicurezza.

Le due attività hanno visto impegnati per tutto il giorno,  il governatore della provincia di Badghis, il district manager e gli helder locali, compresi quelli dei villaggi neo annessi all’ area sotto il controllo delle Forze di Sicuerezza.

Alla presenza del generale di brigata Carmine Masiello, comandante della regione ovest, sono state discusse le iniziative che dovranno essere attuate per migliorare le condizioni di vita della popolazione e per la sicurezza e la stabilità di questa area.

Una delle principali richieste emerse è stata la necessità di poter disporre di energia elettrica, cosa fondamentale in un’ area ancora fortemente rurale come questa.

E’ stata infatti analizzata la possibilità di poter fornire, anche grazie all’intervento di ISAF, gruppi elettrogeni, ed è stata altresì proposta la realizzazione di una rete elettrica con una fornitura proveniente dai Paesi confinanti.

Il supporto alla popolazione viene garantito su quattro differenti livelli.

Il primo livello è quello sostenuto direttamente dalle forze operative sul terreno, soprattutto in zone nelle quali la sicurezza non è ancora completamente garantita e si pone l’obiettivo di realizzare piccoli progetti ad impatto immediato su diretta richiesta di capi villaggio, quali la fornitura di generi alimentari, realizzazione di pozzi e l’assistenza medica.

Il secondo livello è a livello provinciale, e prevede la realizzazione di  progetti a più ampio respiro, quali scuole, cliniche ed interventi infrastrutturali,  proposti dai governatori e delle autorità locali.

Esistono poi i progetti a livello regionale, quali la realizzazione di strade, ponti ed opere pubbliche, finanziati da donors internazionali e gestiti direttamente dal governo di Kabul.

L’ultimo livello di aiuti, per altro già in atto nella regione sotto il comando italiano, è quello che vede coinvolta l’imprenditoria privata che investe in progetti economici sostenibili a lungo termine nelle varie Provincie.

Le attività come quelle di oggi, sono il segno tangibile del desiderio del popolo afghano di essere sempre più il protagonista nello sviluppo del proprio paese.

 

Fonte: Contingente italiano in Afghanistan

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