17 novembre 2012. Si è svolta oggi a Napoli, in piazza del Plebiscito, alla presenza del capo di stato maggiore dell’Esercito, generale Claudio Graziano e del comandante generale dell’Arma dei Carabinieri, generale Leonardo Gallitelli, la cerimonia del 225° anniversario della fondazione della Scuola militare “Nunziatella” e il giuramento di fedeltà alla Repubblica italiana degli allievi del 225° corso.

Nella piazza simbolo di Napoli, incorniciata da palazzo Reale, dalla basilica di San Francesco di Paola e dai due edifici della prefettura e del palazzo Salerno, si sono schierati un reggimento in armi dell’istituto militare in uniforme storica, i labari delle associazioni combattentistiche e d’arma e i gonfaloni della città di Napoli, della provincia e della regione Campania.

Il capo di stato maggiore dell’Esercito, dopo aver rivolto un doveroso pensiero ai caduti e feriti in operazione, ha ringraziato il senatore Pasquale Viespoli, il generale Leonardo Gallitelli, il prefetto di Napoli Francesco Antonio Musolino,  le autorita’ civili e religiose e i rappresentanti delle istituzioni, la cui presenza “testimonia la vicinanza del Paese, del governo e delle istituzioni all’Esercito, all’Arma dei Carabinieri e alle Forze armate”.

Il generale Graziano ha poi sottolineato:”La Nunziatella rappresenta un patrimonio irrinunciabile, per questo motivo, pur nell’attuale momento di razionalizzazione delle Forze armate, è mio preciso intendimento salvaguardare al massimo il settore scolastico addestrativo, vero elemento propulsore della Forza armata”. Rivolgendosi poi ai giovani allievi, il generale Graziano ha aggiunto:”Con il giuramento di fedeltà  alla Patria avete dimostrato, coraggiosamente e coscienziosamente, di possedere una forza d’animo e un carattere che vi fanno onore, ponendo solide basi per il più importante degli investimenti futuri: la vostra formazione e la vostra educazione”.

Nel prendere la parola, il comandante generale dell’Arma dei Carabinieri ha ringraziato “l’amico Claudio per il grande impegno nel rafforzare la fratellanza tra Esercito e Arma  dei Carabinieri e tra tutte le Forze armate”. Il generale Gallitelli ha poi elogiato la Nunziatella per la sua capacità di unire i fili del presente con i fili del passato, “una capacita rara di guardare alle proprie radici per costruire il proprio presente, le radici che aiutano a coltivare i valori”. Al termine del suo discorso il generale Gallitelli ha conferito alla bandiera della Scuola militare Nunziatella la croce d’oro al merito dell’Arma dei Carabinieri.

A chiusura della cerimonia, hanno sfilato in parata gli ex allievi della Nunziatella che, giunti a Napoli da ogni parte del Paese, hanno testimoniato l’affetto e la loro vicinanza all’istituto militare.

Sono 194 (di cui 39 donne) gli allievi, 71 (di cui 13 donne) quelli del 225° corso che hanno giurato oggi, giunti presso l’istituto lo scorso 5 settembre. La Nunziatella è una delle due Scuole militari dell’Esercito, l’altra è la Teuliè di Milano, che prevedono il triennio a indirizzo classico o scientifico consentendo di acquisire una solida preparazione mirata all’accesso nelle accademie militari o agli indirizzi universitari. Ogni allievo, infatti, al termine dei tre anni di formazione presso l’istituto, può decidere in modo autonomo quale percorso di studi intraprendere, agevolato, nel corso dell’ultimo anno, da lezioni di orientamento militare e universitario, in collaborazione con le principali università.

Per il concorso pubblico nelle due Scuole militari dell’Esercito, aperto ai giovani studenti dai 15 anni che abbiano completato il biennio in un liceo classico o scientifico, si è registrato, per l’anno accademico  2012 – 2013, un totale di duemila domande per 144 posti disponibili.

La Scuola militare Nunziatella di Napoli, già Reale Accademia militare, è stata fin dalle origini luogo di elevata formazione militare e civile ed ha avuto tra i suoi professori personalità del calibro di Francesco De Sanctis e Mariano d’Ayala. Tra i numerosissimi ex-allievi di prestigio, figurano Carlo Pisacane, Enrico Cosenz, e persino Vittorio Emanuele III, Re d’Italia.

Redazione

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