di Errico De Gaetano
Domenica 10 luglio si è spento ad 88 anni di età il grande storico riminese Amedeo Montemaggi, autorità indiscussa della battaglia di Rimini e della campagna della Linea Gotica. Nato il 27 gennaio 1923, l’illustre professore aveva vissuto la seconda guerra mondiale in prima persona, prima come patriota al servizio del Comitato di liberazione nazionale e poi, dopo il passaggio del fronte, come dipendente delle Forze armate americane, maturando quell’interesse che l’avrebbe reso il massimo esperto mondiale di quei drammatici eventi.
Laureatosi brillantemente, dal 1942 è stato corrispondente dei principali quotidiani nazionali, aprendo nel 1957, su iniziativa dell’allora direttore Giovanni Spadolini, la redazione riminese de “Il Resto del Carlino” di cui è stato responsabile fino al 1975. Dopo una riuscita esposizione sulla Linea Gotica organizzata nel 1979, il professore Montemaggi ha iniziato una minuziosa opera di ricostruzione storica degli eventi della battaglia di Rimini e della più vasta campagna della Linea Gotica.
Le prime opere, tra cui spiccano “Offensiva della Linea Gotica” del 1980 e “Savignano’44” del 1985 sono focalizzate sull’analisi dei fatti, secondo un approccio rigoroso e scevro di pregiudizi davvero singolare. Montemaggi, infatti, intervista i reduci di entrambi gli schieramenti, esegue minuziose ricerche presso gli archivi storici dei vari Eserciti coinvolti, superando la difficoltà della lingua tedesca anche grazie al fattivo supporto della moglie Edda, per descrivere le vicende belliche con una oggettività così cristallina da fornire al lettore tutti gli elementi necessari per comprendere gli eventi, senza i velati condizionamenti che purtroppo continuano a caratterizzare la ricerca storica di quel travagliato periodo.
Maturata una profonda conoscenza degli eventi, peraltro sostenuta dalla continua espansione di una biblioteca privata che giunge a contare migliaia di volumi (che costituiranno la colonna portante del Centro internazionale documentazione Linea Gotica fondato nel 1994), il “fiero” Amedeo si dedica all’analisi critica degli eventi, sviluppando una spiegazione innovativa della campagna d’Italia.
Sulla base di una vasta messe di documenti relativi al livello politico-strategico sovrastante la condotta delle operazioni, Montemaggi colloca l’offensiva della Linea Gotica in un più ampio quadro strategico che getta le basi per inquadrare gli anni conclusivi della seconda guerra mondiale in un’ottica decisamente diversa da quella consolidata e per comprendere le cause della successiva “guerra fredda” (Linea Gotica 1944 del 2002 e Linea Gotica – scontro di civiltà del 2006).
Parallelamente alla redazione di decine di pregevoli volumi e di centinaia di articoli a carattere storico, la passione del professor Montemaggi si è focalizzata nella valorizzazione dei luoghi della battaglia attraverso numerose iniziative tra cui spiccano la realizzazione dei monumenti commemorativi dello sfondamento della Linea Gotica a Tavullia e della “Carica di Montecieco” presso l’omonima località.
La profonda conoscenza degli eventi, inoltre, ha catalizzato l’attenzione di numerosi Eserciti di paesi amici ed alleati che hanno scelto la riviera adriatica per svolgere i propri viaggi di istruzione e ripercorrere, sotto la guida dell’instancabile storico, i luoghi delle battaglie dei propri padri.
Anche l’Esercito italiano ha voluto trarre profitto delle immense conoscenze del professore, che superavano la mera cognizione dei fatti per investigare anche concetti e teorie di impiego normalmente riservate ai soli militari, per realizzare negli ultimi anni due seminari: uno condotto a beneficio degli allievi ufficiali dell’Accademia militare (1999), l’altro per i comandanti di unità del 66° reggimento aeromobile (2006), attività durante la quale chi scrive ha avuto il grande onore di lavorare fianco a fianco con l’indimenticabile professore e di poter attingere all’inesauribile fonte delle sue conoscenze storiche.
Con la scomparsa del professore Montemaggi, tra l’altro insignito di numerose onorificenze tra cui quella di Grande Ufficiale della Repubblica, l’Italia perde uno dei suoi storici più insigni e noi vogliamo credere che adesso egli possa riposare nel Paradiso dei soldati assieme a quegli eroi di tutte le nazioni, le cui gesta ha saputo consegnare alla Storia con profonda passione e con rigorosa accuratezza.( 15 luglio 2011)