di Ilaria Myr
“Quello che è successo il 7 ottobre ci ha lasciato annichiliti, spaventati, addolorati e angosciati. Fatti talmente drammatici come nella nostra vita non avevamo mai visto. E l’antisemitismo che ne è scaturito ha raggiunto dei livelli incredibili. È dallo sgomento davanti a tutto ciò che è nata l’idea di creare un’associazione che combatta negazionismo e disinformazione, e faccia invece informazione e formazione”.
Il giornalista e scrittore Daniele Scalise è uno dei fondatori dell’associazione Setteottobre, nata il 5 dicembre dall’iniziativa di un gruppo di persone del mondo culturale, che hanno sentito l’obbligo morale di agire davanti alla demonizzazione di Israele, all’antisemitismo delle piazze e al negazionismo circolante sui quei tragici fatti. Gli altri fondatori sono: Stefano Parisi, che ricopre il ruolo di presidente, Anita Friedman, Luigi Mattiolo e sua moglie Stefania Stefanelli, Matteo Mungari e sua moglie Celestina, Camilla Parisi, Bruno Sed, Elena Costantino, Beppe Lanzillotta, Giovanni Galassi, Paolo Capaccioni, Andrèe Ruth Shammah, Pigi Battista, Ilaria Borletti, Roberto Spada, Gabriele Albertini e Anna Borioni.
Ad oggi conta 200 aderenti, ma l’obiettivo è quello di crescere il più possibile, accogliendo persone desiderose di impegnarsi in questo compito. L’associazione è stata presentata ufficialmente il 21 gennaio a Roma e il 28 gennaio a Milano, al Teatro Franco Parenti, nell’ambito di un evento contro l’antisemitismo. L’evento di Roma era dedicato alla memoria di Elio Carmi, il designer e pubblicitario deceduto di recente che ha disegnato il logo (nella foto) dell’associazione.
«Dopo il 7 ottobre abbiamo assistito nell’opinione pubblica, a due reazioni ripugnanti – spiega Scalise a Bet Magazine-Mosaico -: da un lato una totale indifferenza, come se non fosse successo nulla, e dall’altro un’odiosa colpevolizzazione di Israele, come se gli orrori commessi il 7 ottobre e dal 7 ottobre – ricordiamo che ci sono ancora 136 ostaggi a Gaza, non si sa in quali condizioni! – siano in qualche modo giustificabili. Soprattutto, è riemersa impetuosa una pulsione millenaria antisemita, laddove si sperava che davanti a un fatto così inequivocabile e orrendo ci sarebbe stata invece commozione ed empatia. Quello che è successo quel ‘Shabbat nero’ è un atto brutale e infame, una vera e propria aggressione nei confronti di Israele e di tutto quello che esso rappresenta, cioè i valori delle democrazie occidentali conquistati negli ultimi due secoli».
Lungi dal volere proporsi come “salotto” di confronto e riflessione, Setteottobre ha obiettivi molto concreti. «Abbiamo contribuito in prima linea all’appello sul femminicidio compiuto il 7 ottobre, promosso da Andrée Shammah, Silvia Grilli, Alessandra Kusterman, Anita Friedman e Manuela Ulivi, e stiamo lavorando per capire se ci sono le condizioni per sostenere le azioni che già i famigliari delle vittime hanno avviato al Tribunale dell’Aia contro Hamas per il riconoscimento di crimini contro l’umanità da parte di Hamas – spiega Stefano Parisi a Bet Magazine-Mosaico – Nel medio termine, attraverso il lavoro dei nostri associati, che provengono da diversi mondi professionali, vogliamo lavorare per contrastare quest’onda non solo contro Israele e gli ebrei, ma anche contro l’Occidente che è emersa dalle reazioni spaventose al 7 ottobre. Vogliamo man mano promuovere studi e ricerche, organizzare convegni e seminari, costruire osservatori, svolgere attività di informazione e contro-informazione sui media, attivare partnership con organizzazioni e istituzioni pubbliche e private italiane e internazionali, per fare conoscere i fatti storici che dai più sono ignorati, e fare sentire le voci che sono ridotte al silenzio. Faremo anche un lavoro sui libri di testo nelle scuole, coinvolgendo il Ministero dell’istruzione e le case editrici, perché ci accorgiamo che tanti libri raccontano storie non vere rispetto alle origini di Israele e quello che è successo all’inizio del secolo. E poi aiuteremo gli avvocati che già oggi danno assistenza pro bono a chi, ebrei e no, sta ricevendo attacchi sui social. Certamente parleremo anche ai giovani, per i quali svilupperemo dei prodotti mediatici divulgativi. Faremo, insomma, tutto ciò che serve per squarciare il colpevole silenzio camuffato da equidistanza purtroppo molto diffuso, perché davanti a ciò che è successo non si può tacere».
Fonte: Bet Magazine-Mosaico
Buongiorno, ho letto con interesse e perplessità. Premetto che non ho nulla contro Israele o i Palestinesi. Anzi, da non “schierato” cerco di capire e non parteggiare per uno dei contendenti che, sono entrambi parte di una controversia che li vede, quanto meno, corresponsabili. In sintesi è utile “studiare e approfondire” le ragioni storiche, sociali e culturali per capire da dove nasce questo conflitto che, da entrambe le parti, si è macchiato di delitti inumani. In sintesi , se non si rimuovono gli ostacoli ” di parte” che hanno generato questo conflitto non ci sarà mai una pace condivisa e duratura.
Cordialmente
Pierluigi Scaratti