di Carmelo Abisso

Nella caserma ‘Gamerra’ di Pisa ha avuto luogo il 21 ottobre la festa della specialità paracadutisti in occasione dell’80° anniversario della battaglia di El Alamein. La cerimonia si è svolta alla presenza della medaglia d’oro al valor militare, tenente colonnello Gianfranco Paglia, del comandante delle Forze operative nord e decano dei carristi, generale di corpo d’armata Salvatore Camporeale e del comandante militare della Capitale e decano dei paracadutisti, generale di corpo d’armata Rosario Castellano. Presenti le autorità locali, con il sindaco di Pisa, Michele Conti e il prefetto Maria Luisa D’Alessandro, i rappresentanti delle Associazioni combattentistiche e d’arma e numerosi familiari e amici della Brigata paracadutisti ‘Folgore’.

Erano schierate, con il reggimento di formazione, le bandiere di guerra dei reparti della Brigata paracadutisti ‘Folgore’, delle Forze Speciali dell’Esercito, della 46ª Brigata aerea e del 1° reggimento Carabinieri paracadutisti ‘Tuscania’, nonché una rappresentanza di carristi della 132^ Brigata corazzata ‘Ariete’.

“Oggi onoriamo i soldati di El Alamein – ha detto nel suo intervento il generale di brigata Roberto Vergori, comandante della ‘Folgore’ – Onorare i caduti è missione di altissimo valore etico e morale. Il loro esempio è motivo di orgoglio per noi. Il loro sacrificio è la più alta forma di insegnamento, la più grande prova del dominio della volontà. Oggi che il mondo è in continua evoluzione, con sfide eterogenee e minacce emergenti, lo scenario impone di elevare gli standard operativi e addestrativi. Lo strumento militare è un bene pubblico di primario valore. Torna la centralità dell’elemento umano, prontezza e attitudine alla disciplina e al dovere. Tramandare il patrimonio del fare, il dna elaborato ad El Alamein, il coraggio, l’iniziativa, questo il nostro impegno. Saluto i nostri due Leoni viventi, artiglieri paracadutisti del 185° reggimento, il caporalmaggiore Luigi Compagnoni, 102 anni e il caporale Antonio Ancora, 101 anni, che ha detto Al fronte non esistevano amici ma solo fratelli. Ci rendono orgogliosi di pronunciare la parola Patria. Il loro esempio è la strada maestra da seguire al meglio delle nostre capacità. Orgogliosi del nostro passato, sempre degni del nostro avvenire. Folgore!”.

“Le unità di questa prestigiosa Brigata – ha ricordato il generale Camporeale nel suo discorso – sono state presenti in tutti i teatri operativi, come in Libano, dove la Folgore tornerà nei prossimi mesi. Sempre impegnate, nei pacchetti capacitivi forniti alla Nato e nello sviluppo e l’introduzione in servizio di nuovi mezzi, come l’aerostato vincolato. L’Esercito di oggi è simbiosi tra valori immutabili e spirito innovativo. L’ispirazione e l’esempio da seguire per raggiungere il più elevato grado di efficienza, organizzazione e professionalità si possono individuare nelle gesta compiute tra le sabbie di El Alamein, dove migliaia di uomini, paracadutisti, carristi e fanti, opposero una strenua resistenza, riconosciuta dagli avversari. Le Brigate Ariete e Folgore sono le uniche grandi unità ancora in vita, eredi degli eroi che si immolarono sul fronte africano. Mi avete donato una grande emozione, grazie”.

Durante la cerimonia sono stati consegnati il paracadute e il basco amaranto a una rappresentanza di allievi paracadutisti del 77° corso, quattro uomini e tre donne, che hanno gridato all’unisono “Ne sarò degno” e la bandiera di guerra dell’8° reggimento genio paracadutisti ‘Folgore’ è stata decorata di una croce d’argento al merito dell’Esercito, conferita per il prezioso contributo fornito alla comunità durante l’emergenza pandemica con la seguente motivazione: “Prestigioso reggimento, intervenendo tempestivamente nella fase iniziale e più acuta di una grave emergenza epidemiologica, riusciva a garantire un decisivo soccorso alla popolazione prodigandosi con altissimo senso del dovere a supporto della struttura commissariale e delle autorità civili. Chiaro esempio di ferrea determinazione, straordinaria efficienza e sincero altruismo provvedeva alla realizzazione, in tempi ridottissimi, di postazioni di controllo e di presidi vaccinali mobili. Animato da eccezionale spirito di abnegazione effettuava, con solenne rispetto, il trasporto dei feretri dei cittadini deceduti. Italia settentrionale, febbraio 2020 – novembre 2021”.

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