Continua l’opera di vicinanza e sostegno alla popolazione del Sud del Libano da parte del contingente italiano. I caschi blu italiani hanno condotto nei giorni scorsi due diverse donazioni in favore dei monasteri melchita e francescano di Tiro e della municipalità di Bint Jubail.

A Shama, al termine di una funzione religiosa officiata nella cappella del contingente, alla presenza dell’arcivescovo Elie Bshara Hadad e di padre Marios Khayrallah, appartenenti alla chiesa melchita, e di padre Toni Crici del monastero francescano di Tiro, sono stati donati, sempre dalla Struttura commissariale italiana, presidi sanitari (Dpi) e nello specifico: 4.000 mascherine KN95, 4.000 mascherine chirurgiche, 2.000 guanti in vinile, 1.000 guanti in nitrile, 50 litri di soluzione disinfettante liquido e 40 scatole di latte in polvere donati dall’arcidiocesi di Bologna e dell’Ordinariato militare italiano, destinati alle famiglie meno abbienti assistite dai due monasteri.

A Bint Jubail la donazione è avvenuta alla presenza del presidente delle municipalità, Rida Ashour, del kaimakan, Charbel Al Alam e della direttrice del Social Development Center, Nada Bazzi. Sono stati donati dalla Struttura commissariale italiana presidi sanitari (Dpi) destinati a prevenire la diffusione del Covid-19 (18.000 mascherine KN95, 18.000 mascherine chirurgiche, 12.000 guanti in vinile, 8.000 guanti in nitrile, 192 tute protettive, 300 litri di soluzione disinfettante liquido).

Il comandante del Settore Ovest di Unifil, generale di brigata Massimiliano Stecca, che ha presenziato ad entrambi gli eventi, ha voluto ricordare come: “Questi incontri servano per rafforzare e riaffermare non soltanto i valori di pace e solidarietà, ma l’importanza di ciascun gesto di aiuto, anche il più piccolo, nella rinascita di un paese che sta vivendo una gravissima crisi economica e sociale”.

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