In occasione del 40° anniversario del terremoto dell’Irpinia, il 23 novembre, nella prestigiosa cornice del teatro lucano “Francesco Stabile”, nel cuore del centro storico di Potenza, è stata attribuita la cittadinanza onoraria all’Esercito Italiano.

In memoria delle vittime e dei fatti che le popolazioni lucane vissero in quei drammatici giorni di 40 anni fa, il Consiglio comunale potentino, con un atto dal forte valore simbolico, ha voluto riconoscere lo straordinario contributo offerto dai soldati dell’Esercito intervenuti in soccorso dei terremotati e, nel corso dell’ultima seduta, ha deliberato all’unanimità l’attribuzione della cittadinanza onoraria alla Forza armata “per l’altissimo senso del dovere e il nobile spirito di solidarietà dimostrati dal proprio personale, fornendo un contributo determinante alla generale opera di soccorso alle popolazioni della nostra regione, duramente colpita dalla disastrosa calamità del sisma del 1980”, così come si legge nel dispositivo del provvedimento adottato.

Presenti alla cerimonia: il sindaco della città di Potenza Mario Guarente, unitamente al Presidente del Consiglio comunale Francesco Cannizzaro e a tutti i rappresentanti dei gruppi consiliari del Consiglio comunale di Potenza; il prefetto Annunziato Vardè; il comandante delle Forze operative sud, generale di corpo d’armata Giuseppenicola Tota, in rappresentanza del Capo di Stato Maggiore dell’Esercito; il vice comandante per il territorio, generale di divisione Roberto Angius, il Comandante Militare Esercito Basilicata, colonnello Augusto Gravante; il primo maresciallo luogotenente Luigi Gioia in rappresentanza delle Associazioni combattentistiche d’Arma.

Il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, generale di corpo d’armata Salvatore Farina, è intervenuto telefonicamente ringraziando il primo cittadino lucano e i membri del Consiglio comunale per l’importante riconoscimento del lavoro svolto da quei reparti dell’Esercito, costituiti interamente da militari di leva, che nel 1980 furono mobilitati per attivare la macchina dei soccorsi. “Noi dell’Esercito”, ha detto il Generale Farina, “siamo molto legati alla Basilicata, non soltanto per l’evento che 40 anni fa investì le vite dei cittadini dell’Irpinia, della Lucania e delle provincie di Potenza e Avellino, che ancora oggi ne portano i segni. Un pensiero sincero va naturalmente a tutti coloro che persero la vita in quel tragico momento. L’Esercito c’è sempre stato nella storia d’Italia, c’era allora, in quel 23 novembre 1980 e c’è oggi. Gli uomini e le donne della Forza armata profondono tutti gli impegni e gli sforzi per onorare i nostri compiti istituzionali, tra i quali quello di intervenire in casi di emergenza o di pubbliche calamità, preparandosi e migliorandosi continuamente.” Il Capo di SME ha voluto ricordare che, come recita il motto dell’Esercito “DI PIÙ INSIEME” è importante che le Forze armate e i Corpi armati dello Stato facciano “gioco di squadra” per operare, come un’unica schiera, con le istituzioni e con le autorità amministrative, locali e nazionali, per il bene non soltanto dell’Esercito ma dell’intero Paese. “L’importante riconoscimento che riceviamo oggi”, ha concluso il generale Farina, “sancisce ancora una volta l’unione intima tra l’Esercito e i cittadini italiani”.

Il momento più significativo della cerimonia si è avuto con la consegna di una targa riportante la motivazione della cittadinanza onoraria da parte del sindaco Guarante al generale Tota. “Grazie a nome dell’Esercito Italiano per quest’altissimo riconoscimento ricevuto a distanza di quarant’anni quale segno tangibile della stima e dell’affetto indelebile della Comunità lucana – ha dichiarato il generale – In queste ore drammatiche segnate dalla pandemia che ha colpito anche il nostro Paese, l’Esercito, insieme alle Forze dell’Ordine, continua a operare con impegno senza sosta al fianco dei cittadini, senza risparmio di energie con orgoglio e grande umanità, garantendo il controllo del territorio, assicurando il rispetto delle norme anti contagio e, nell’ambito dell’Operazione ”Igea” che prevede l’impiego di team sanitari interforze, allestendo gli ospedali da campo e somministrando i tamponi molecolari attraverso postazioni Drive Trough Difesa, come quella allestita dietro l’ospedale di Potenza, che hanno eseguito ad oggi oltre 69.400 tamponi.

Era il 23 novembre 1980 quando, alle 19:34, una forte scossa di terremoto colpì, segnandole per sempre, due aree del Mezzogiorno d’Italia: l’Irpinia e la Basilicata. Quel tragico evento, esploso con la forza di un milione di tonnellate di tritolo, ebbe un costo enorme per il nostro Paese in termini di vite umane. Migliaia i morti, decine di migliaia i feriti e altrettante le persone rimaste senza casa. Subito dopo la prima scossa tellurica – alla quale ne seguirono oltre cento nelle ore e nei giorni successivi – l’Esercito Italiano era già schierato nelle aree colpite: 40 battaglioni, 17.400 soldati (molti dei quali rinunciarono persino alle licenze per continuare a prestare la loro opera al servizio delle comunità colpite ), 159 ufficiali di collegamento con gli Enti locali per la razionalizzazione delle richieste di aiuto, altri 1.000 militari circa tra ingegneri, architetti e geometri, 6.734 veicoli tra autocarri, ambulanze e mezzi speciali per il movimento terra del Genio militare, 384 cucine da campo, 12.404 tende impiantate con 500 stufe e tanto, tanto altro ancora come ospedali, sacchi a pelo, etc… questi sono solo alcuni dei numeri che ci forniscono una dimensione dell’intervento dell’Esercito all’indomani del terremoto del 1980 e nei mesi successivi.

La presenza di quegli uomini in uniforme da subito fece percepire la presenza dello Stato a tal punto che il Presidente Pertini, in una celebre, durissima intervista rilasciata il 26 novembre, di ritorno da una visita nelle zone colpite, tra le altre cose disse: “C’è anche questo episodio che vi devo raccontare: cittadini superstiti di un paese dell’Irpinia mi hanno avvicinato e mi hanno detto “vede, i soldati e i carabinieri che si stanno prodigando in modo ammirevole e commovente per aiutarci, oggi ci hanno dato persino la loro razione di viveri perché noi non abbiamo di che mangiare”. Quelle parole del Presidente Pertini testimoniarono la nobile azione e il forte spirito caritatevole dell’Esercito italiano che, ancora una volta, in quell’occasione come in tante altre, profuse il massimo impegno per sostenere le popolazioni colpite.

Tra i reparti che intervennero per prestare i primi soccorsi in Basilicata non fece eccezione il 91° battaglione fanteria “Lucania” che, a dimostrazione dell’opera prestata in favore e a sostegno della popolazione, in particolar modo nelle aree maggiormente colpite di Balvano e Muro Lucano, venne insignito con decreto dell’11 dicembre 1981 dell’onorificenza della medaglia d’argento al valore dell’Esercito.

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