di Gianluca Di Feo

Adesso che il mondo conosce la paura del virus, non la dimenticherà. E i maestri del terrore faranno di tutto per sfruttarla. Il monito dello storico Walter Russell Mead (nella foto) dalle pagine del Wall Street Journal accende un faro sulla nuova minaccia: «Il ventunesimo secolo sarà l’Era della Biologia, in cui la capacità di scatenare malattie tra gli avversari darà alle nazioni un vantaggio strategico». La crisi della pandemia rischia di aprire la corsa agli armamenti batteriologici, dissotterrando i peggiori fantasmi della Guerra fredda: le scoperte della genetica messe al servizio dei Cavalieri dell’Apocalisse.

Negli scorsi anni l’omicidio del fratellastro di Kim Jong-un, ucciso in Malesia con il gas nervino, e poi l’agguato con il novichok realizzato in Inghilterra dai sicari russi hanno dimostrato che la produzione di killer invisibili non si è mai fermata. Mostri distillati nelle basi più segrete del pianeta. Mentre si parla da anni degli esperimenti atomici nord coreani, le notizie sulle ricerche batteriologiche condotte lì sono rarissime. I disertori però hanno fornito un elemento illuminante: oltre alle spore, studiano come realizzare gli antidoti. A Pyongyang l’attenzione è concentrata su quei morbi “mimetici”, con cui colpire senza svelarne l’origine artificiale: forme geneticamente potenziate di malaria, tubercolosi, febbre emorragica, vaiolo.

La Cortina di Ferro copre ancora gli istituti del Biopreparat russo, smantellati da Eltsin e rivitalizzati da Putin. Identico mistero custodisce le ricerche dell’Iran. L’istituto Pasteur di Teheran ha allevato generazioni di scienziati e i biologi iraniani dispongono della competenza per modificare i patogeni più diffusi, trasformandoli in armi di massa. Gli effetti devastanti del Covid hanno però mostrato come sul fronte delle difese la situazione iraniana sia carente.

Memore dei problemi creati dalla Sars invece la Cina ha mantenuto un formidabile apparato per la lotta ai contagi. In queste settimane si è discusso molto sulla genesi del coronavirus, con accuse lanciate dalla Casa Bianca contro il laboratorio governativo di Wuhan. È dal 2010 che a Pechino si discute di come adattare gli insegnamenti di Sun Tsu all’epoca biotech. Un volume profetico del colonnello Guo Jiwei ha ispirato dottrina dell’Armata di Liberazione Popolare: «La biotecnologia diventerà il nuovo vertice strategico della futura rivoluzione militare».

E c’è un sogno che unisce tutti gli untori di Stato: ripetere quello che accadde nel VI secolo con la “peste di Giustiniano” quando la morte nera decimò bizantini e persiani, senza toccare i popoli del Nord. Ecco: nel 2017 l’annuario di Scienza della strategia cinese ha parlato di «attacchi mirati su specifiche etnie genetiche». Ovviamente i terroristi jihadisti hanno cercato di mettere le mani sui batteri. Dal 2001 sono state segnalate caterve di tentativi, spesso strampalati, avviati dagli emissari di Osama Bin Laden per fare incetta di spore di antrace, salmonella e persino ebola. Le capacità tecniche però non sono mai state all’altezza dei desideri.

Il controllo di ospedali e università ha poi permesso all’Isis di fare passi avanti. Dopo la caduta di Mosul sono stati sequestrati documenti che provano l’interesse del Califfato per le armi biologiche. Oggi l a rete jihadista sta riorganizzandosi e molti analisti ritengono che stia preparando attentati proprio con i batteri: pure un assalto rudimentale in questo momento potrebbe innescare un’ondata di panico senza confini. Il modello di riferimento sono le lettere all’antrace che subito dopo le Torri Gemelle hanno tenuto l’America col fiato sospeso per settimane. Trappole semplici e molto efficaci. Quelle lettere erano figlie del “terrorismo domestico”: i gruppi suprematisti statunitensi. Il loro messaggio si è diffuso in tutti i continenti e ha ispirato gli assalti più sanguinosi dell’ultima stagione: dalla strage nella moschea di Christchurch in Nuova Zelanda fino al massacro contro i turchi di Hanau in Germania.

Le formazioni neonaziste sono più agguerrite che mai e credono che i virus siano perfetti per decimare le comunità di immigrati, spesso prive di assistenza medica. Costruire uno scudo contro questa nuova coalizione del Male Ogm sarà impegnativo e costoso. Un mese fa la società Visiongain ha prospettato una spesa di oltre 16 miliardi, ma ora le stime sono già raddoppiate. «Nel futuro post-Covid l’abilità nel riconoscere rapidamente nuovi morbi e sviluppare cure e vaccini diventerà un pilastro della difesa nazionale», ha scritto Walter Russell Mead: «Il mondo è cambiato e dobbiamo adattarci».

Fonte: la Repubblica, 30 aprile 2020

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