“Stabilizzare le zone di guerra serve a proteggere anche l’Italia. È questo l’obiettivo primario della nostra missione”. Lo afferma il generale di corpo d’armata Luciano Portolano, al vertice del Comando operativo interforze (Coi), in un’intervista al Corriere della Sera in cui annuncia una visita al contingente a Baghdad e spiega che in Iraq “la situazione generale è particolarmente complessa ed è stata esacerbata anche dalle recenti agitazioni popolari che hanno interessato vari centri urbani. Questo fa sì che lo stato della minaccia richieda il massimo livello di attenzione possibile”.

Sulla rivendicazione dell’attacco da parte dell’Isis, “accade spesso quando ci sono attentati in questi contesti. Noi aspettiamo l’esito delle indagini”, dichiara Portolano. “Io posso dire che Daesh è stato contrastato in maniera decisa sul terreno e di fatto è stato ridotto ad una forma di ‘insorgenza’ locale”. Sulla possibilità di un ritiro, “è chiaro che si tratta di una decisione che spetta a livello politico. Io posso soltanto aggiungere che l’operazione è integrata in un contesto di coalizione internazionale”.

In Iraq “partecipiamo alla coalizione per la lotta contro Daesh nell’ambito dell’Operazione ‘Inherent resolve’. Si tratta di una coalizione – spiega il capo del Coi – che si è costituita in risposta alle richieste di aiuto umanitario e di supporto militare delle autorità regionali curde, con il consenso delle autorità nazionali irachene, a seguito della conferenza di Parigi del settembre 2015, per fermare le stragi di civili e di militari iracheni e siriani da parte dei miliziani di Isis”.

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