di Carmelo Abisso*

“Nella casa del monumento ai Lupi di Toscana, accolgo una delegazione mai numerosa come quest’anno”. Così il generale di divisione Carlo Lamanna, comandante della Divisione “Vittorio Veneto” e padrone di casa, rivolto ai 156 veterani del 78° reggimento “Lupi di Toscana” che si sono riuniti il 3 novembre nella caserma Predieri di Firenze per l’adunata in occasione della festa di corpo del reggimento.

La giornata era iniziata con il ritrovo nel piazzale della caserma Gonzaga di Scandicci, ultima sede del reparto prima della definitiva soppressione avvenuta il 31 marzo 2008. Abbracci ed forti emozioni tra fratelli in armi arrivati da tutta Italia, come Vincenzo Solarino, 1° contingente 1975, da Rosolini (Siracusa).

Poi il trasferimento alla Predieri, dove i Lupi si sono adunati di fronte allo storico monumento, un tempo alla caserma Gonzaga, restaurato e trasportato in questa caserma, dove il 29 maggio 2015 è stato inaugurato. Presenti con il generale Lamanna, il generale di corpo d’armata (aus) Bruno Stano, già comandante delle Forze operative nord e decano dei Lupi e cinque comandanti del 78°, Franco Inguaggiato, Antonino Villani, Enrico Mocellin, Giovanni Bagattini e Luciano Palcani.

Dopo la deposizione di una corona d’alloro al monumento, l’onore ai caduti e il silenzio fuori ordinanza, il generale Lamanna ha ricordato il suo legame con i Lupi, quando effettivo al 35° gruppo artiglieria “Riolo” della Brigata Friuli, comandava la batteria orientata al 78° battaglione motorizzato, con il quale cooperava nelle esercitazioni a fuoco.

E’ intervenuto poi il generale Stano. “Sono emozionato e onorato, siamo in tanti. Grande gioia ritrovarsi oggi 3 novembre, in occasione della nostra festa di corpo. Saluto i comandanti di reggimento e battaglione intervenuti e tutti i Lupi. Ricordo i fatti d’arme della 1^ Guerra Mondiale. Il battesimo del fuoco a Monte Melino, il 20 ottobre 1915. La conquista del Sabotino, il 6 agosto 1916, con la ricompensa della medaglia d’argento al valor militare e la dedica di Gabriele D’Annunzio Fu come l’ala che non lascia impronte, il primo grido avea già preso il monte. L’attacco del Veliki il 1° novembre e l’avanzata vittoriosa che conquista il Faiti il 3 novembre 1916, data della festa di corpo. La seconda medaglia d’argento al valore militare viene concessa per l’aspra lotta sul Col del Rosso-Col d’Echele, 23 dicembre 1917. Dopo 42 mesi di combattimenti, per il valore dimostrato dal 78°, la bandiera di guerra del reggimento viene decorata con la medaglia d’oro al valor militare con la seguente motivazione: “Con impeto irrefrenabile assaltarono e travolsero le più formidabili posizioni, con orgogliosa audacia cercarono e sostennero la lotta vicina, fieramente sprezzando i più gravi sacrifici di sangue ed acquistando fama leggendaria, sì che il nemico sbigottito ne chiamò Lupi gli implacabili fanti”. Da qui il motto del reggimento Tusci ab hostium grege legio vocati luporum. Al reggimento in occasione della guerra 1915-1918, viene anche concessa la croce di cavaliere dell’Ordine Militare d’Italia. Un aneddoto sulla 2^ Guerra Mondiale: il sergente maggiore Grotto Piermario, catturato il 6 novembre 1942 ad El Alamein, incontra il maresciallo Montgomery che nota il distintivo del 78° sull’uniforme e chiede di averlo come ricordo perchè aveva combattuto nel 1918 di fianco ai Lupi. Rammento, infine, l’impegno in Somalia del reggimento con il colonnello Mocellin (20 agosto-4 dicembre 1993), con l’ultima decorazione alla bandiera di guerra, la medaglia d’argento al valore dell’Esercito. Concludo ricordando l’importanza della memoria, per tramandare le nostre tradizioni. Viva i Lupi!”.

Chiamato alla voce dal tenente colonnello Luca Dottarelli con il “T’han veduto in Val Daone”, è partito l’inno dei Lupi, cantato con passione dai veterani. In seguito, nella cappella della caserma, il cappellano militare, don Francesco Bregoli, ha celebrato la santa messa. Nell’omelia il commento del Vangelo di Luca 19,1-10 “Zaccheo, scendi subito perché oggi devo fermarmi a casa tua”.

Il raduno è proseguito nel centro di Firenze, all’Istituto Geografico Militare, dove il comandante, generale di divisione Pietro Tornabene, ha salutato i Lupi. Con la consegna dell’oggetto ricordo, un gruppo di tre teste di lupo, opera in resina dell’artista Diego Nicoletti e il buffet nella Sala dei Vecchi, si è conclusa l’adunata.

“Una bella giornata che valeva la pena di vivere, al di là delle aspettative – ha commentato il generale Mocellin – la dimostrazione che, con persone motivate, preparate e disponibili, anche in Italia si possono realizzare cose eccellenti. È anche vero che i Lupi sono un po’ speciali e lo spirito di Corpo ci dà una forte motivazione. Grazie Giancarlo, Riccardo ed Enzo per averci dato questa magnifica occasione di vedere tanti amici fraterni e fare nuove conoscenze. Grazie anche a quanti mi hanno dimostrato affetto e simpatia: è il più bel regalo per un vecchio soldato, la migliore valutazione caratteristica che si possa ricevere. Arrivederci alla prossima, Band of Brothers (branco di fratelli). Con l’orgoglio di essere stato il 72° Comandante del Corpo e custode per tre anni della nostra Bandiera”.

*Comandante di battaglione del 78° reggimento fanteria “Lupi di Toscana” 1993-1995

Foto di Nicola Tossini




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