”L’operazione Strade Sicure è in atto dal 2008 e mostra criticità che non possono più essere sottaciute e che necessitano una soluzione urgente e radicale”. Lo afferma il generale di brigata Francesco Maria Ceravolo (nella foto), presidente del Cocer Esercito, ascoltato oggi in audizione in Commissione Difesa, nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulle condizioni del personale militare impiegato nell’operazione “Strade Sicure”.

”La natura di straordinarietà ha lasciato il posto a un’operazione strutturata e continuativa”, ha continuato Ceravolo sottolineando che ormai l’operazione va avanti da oltre undici anni, l’impiego dei militari “è strutturale, non più emergenziale”. ‘No a soldati relegati a ruolo vigilantes – Servono adeguati stanziamenti per pagare straordinari’ – Ceravolo ha sottolineato le problematiche legate all’impiego dei soldati, che nonostante la qualifica sono “spesso relegati al ruolo di vigilantes” e il fatto che le unità vengono di frequente impegnate a “centinaia di chilometri dalla sede di impiego”.

Il rappresentante del Cocer Esercito ha spiegato anche che i militari impiegati fuori sede vengono ospitati spesso in caserme riadattate ma dagli standard insufficienti, nonostante lo sforzo delle Forze Armate per migliorare le strutture con i fondi disponibili. “Servono adeguati stanziamenti per pagare le ore di straordinari, evitando centinaia di ore di recupero procapite”, ha continuato Ceravolo ricordando che “per tutta l’operazione ‘Strade sicure’ sono circa 4,3 milioni le ore di straordinari all’anno i cui solo 1,3 milioni remunerate, pari a un terzo. I restanti 3 milioni di ore dovrebbero essere recuperate dal personale, ma nella maggioranza dei casi ciò non è possibile”. “I nostri uomini hanno tanta forza e volontà, ma cominciano ad essere stanchi, le famiglie si sfasciano”, ha continuato.

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