Dopo due settimane di intenso addestramento, si è conclusa oggi l’esercitazione Caex I 2019 (Complex aviation exercise) che ha interessato diverse zone di operazione del Nord e Centro Italia.

Sotto la guida del generale di brigata Paolo Riccò, comandante dell’Aviazione dell’Esercito, la Caex I 2019 è nata con lo scopo di addestrare e validare il personale di prossimo impiego fuori area e quello di specifici assetti ad alta prontezza operativa, la Joint rapid responce force (Jrrf).

Attraverso lo sviluppo di un’esercitazione complessa, volta alla pianificazione, organizzazione e condotta di attività tattiche peculiari della specialità, la Caex I 2019 ha visto l’integrazione sinergica delle capacità degli assetti dell’Aviazione dell’Esercito (Aves) e di quelle di altre componenti specialistiche di Forza armata e interforze.

L’esercitazione ha previsto la costituzione di 4 Task Force (TF): la TF “Antares”, la TF “Altair”, la TF “ Rigel” e la TF “Vega”, rispettivamente pilotate dagli omonimi reggimenti Aves e implementate da plotoni di fanteria aeromobile del 66° reggimento “Trieste”, di fanteria paracadutista del 183° reggimento “Nembo” e 187° reggimento “Folgore”, da 2 binomi K9 del Centro veterinario militare, da 2 team per l’evacuazione medica avanzata (Forward medevac) del Policlinico militare “Celio”, da 1 team “Raven” del 41° reggimento “Cordenons”, da 1 team dell’8° reggimento guastatori paracadutisti, da 1 team del 3° reggimento di artiglieria terrestre e da montagna e, per la prima volta in addestramento con gli elicotteri, da 1 plotone proveniente dal reggimento lagunari “Serenissima”. In addestramento anche aerei Amx del 51° stormo e Tornado del 6° stormo dell’Aeronautica militare.

La prima settimana di amalgama, dal 10 al 14 giugno, si è basata sullo sviluppo di attività addestrative presso le sedi di ciascun reparto Aves esercitato, a cura e sotto la responsabilità dei rispettivi comandanti di reggimento. Nella seconda settimana, dal 15 al 21 giugno, si è svolta la fase di condotta articolata su una serie di attività addestrative in bianco e realistiche, grazie alla materializzazione di avversari su tutta l’area di esercitazione. In alcuni casi, a seguito della simulazione dell’abbattimento di un elicottero, l’equipaggio è stato catturato e sottoposto a interrogatorio, dovendo quindi attuare le tecniche e le procedure apprese durante il corso Sere (Survival, evasion, resistance, escape).

Diversi gli obiettivi che, nella fattispecie, si sono sviluppati attraverso la condotta di operazioni aeromobili finalizzate a: inserzione ed estrazione di personale, evacuazione medica, recupero di personale rimasto isolato, rifornimento rapido di carburante e armamento degli aeromobili con sistema elitrasportato, impiego di operatori al verricello ed elitrasporto tattico, raid aeromobile, esplorazione, scorta, ricognizione, supporto aereo ravvicinato e supporto per il combattimento ravvicinato. Grazie alla costante vigilanza della polizia militare che ha assicurato la disciplina e l’incolumità dei militari esercitati, è stato possibile addestrare in sicurezza il personale coinvolto, nello sviluppo della capacità di gestire situazioni di crisi laddove il contesto operativo lo richieda necessario.

Le parole di apprezzamento, espresse dal comandante dell’Aviazione dell’Esercito sul risultato ottenuto, hanno sottolineato l’importanza di tali esercitazioni nell’orientare la missione dell’Esercito verso obiettivi sempre più elevati e concreti di integrazione e interoperabilità.

La Caex I 2019 ha previsto l’impiego di circa 660 militari, 21 elicotteri e 1 aereo UC-228 dell’Aviazione dell’Esercito, nonché 4 aerei (2 Amx e 2 Tornado) dell’Aeronautica Militare e si prefigura quale punto di partenza per l’immissione in teatro dei nuovi assetti tattici e operativi previsti dalla Forza armata.

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