23 gennaio 2013. Si’ definitivo, con il solo voto contrario dell’ Idv, alla proroga per nove mesi della partecipazione dell’Italia alle missioni internazionali di pace e ai connessi interventi di cooperazione civile, quindi dal 1 gennaio 2013 al 30 settembre 2013, e non di un anno pieno come e’ stato nel 2012.

 

Lo stanziamento complessivo di missioni, svolte nell’alveo dell’ Onu e della Nato, ammonta a 935 milioni di euro. Viene quindi utilizzato quasi interamente il rifinanziamento del fondo missioni (1.004 milioni di euro) disposto dal decreto del 6 luglio 2012. Una somma significativamente inferiore a quella stanziata l’anno precedente (1.403 milioni) per un periodo di 12 mesi.

Suddiviso in tre capi, il decreto legge definitivamente approvato ieri a Montecitorio e’ composto di nove articoli. In particolare, al primo punto, prevede la proroga della partecipazione di personale militare italiano alle missioni internazionali in Afghanistan (Isaf e Eupol) nella regione Ovest del Paese con il compito di assistere il Governo afgano nel mantenimento della sicurezza a Kabul e in tutto l’Afghanistan, Altre missioni importanti: nel Libano, al confine con Israele; nei Balcani, in Kosovo e nella Bosnia Erzegovina e per mare con l’impiego di unita’ navali contro la pirateria al largo della Somalia.

Per le operazioni nel Balcani e’ stato possibile ridurre il personale impiegato da 850 a 470 unita’, contenendo sensibilmente gli oneri finanziari. Per quanto riguarda le operazioni navali nel Mediterraneo e al largo della Somalia, gli oneri finanziari relativi ammontano a circa 48 milioni di euro e il comando dell’operazione Ocean Shield e’ attribuito all’Italia, con l’ammiraglio Natale.

Oltre alle operazioni di maggior rilievo sono previste altre 17 missioni ed attivita’. Nella quasi totalita’ dei casi, queste operazioni di minor impatto finanziario sono state avviate negli anni passati e non presentano sostanziali modifiche. Tra di esse l’operazione dell’Ue denominata ‘Sahel Niger’, diretta a sostenere le autorita’ nigeriane nello sviluppo di una strategia di sicurezza nell’area centrale dell’Africa, con riguardo anche ad iniziative per la formazione delle forze di sicurezza del Mali, in questi giorni alla ribalta della cronaca per l’intervento militare francese contro le milizie islamiche che controllano il Nord del Paese africano.

Fonte: ANSA

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