di Monia Savioli
Il nome ricorda il ritornello della canzone scelta come colonna sonora della scorsa edizione dei mondiali di calcio. Forse è anche per questo che resta in mente. Prepotentemente. “It’s Time for Africa” è una organizzazione non governativa nata per volontà di una collega della riserva selezionata dell’Esercito che ne è presidente, Lidia Loiacono, maggiore della riserva dal 2005, medico specialista in medicina della sport, medicina aeronautica e spaziale, attualmente parte dell’equipe di cardiologia dell’ospedale Giovanni XXIII di Gioia Tauro.
“In Africa, una donna su 31 è a rischio di morte a seguito di patologie correlate alla gravidanza o al parto – spiega Lidia. “Circa 29.000 bambini al di sotto dei cinque anni muoiono ogni giorno per le conseguenze causate dalla mancanza di adeguate condizioni igienico-sanitarie che pagano il prezzo più alto in termini di mortalità, opportunità perdute di istruzione scolastica, malattie, malnutrizione e povertà”. Per questo Lidia si è posta l’obiettivo di creare un organismo in grado di muoversi in accordo con il Governo e le istituzioni locali africane per realizzare progetti sanitari dedicati ad assistenza e prevenzione.
La Guinea è il territorio verso il quale “It’s Time for Africa” concentra la sua attenzione. Il progetto pilota, in particolare, è diretto al miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie del villaggio di Soro, 400 abitanti di cui 150 bambini, che versa in condizioni di totale abbandono dal punto di vista igienico-sanitario.
“Nessuna campagna di tipo vaccinazionale è mai stata intrapresa – spiega Lidia. “Il tasso di morbilità e mortalità è legato, come per molte altre aree dell’Africa, a patologie quali la malaria, HIV, gastroenteriti, complicanze gravidiche, complicanze da infezioni dermatologiche, diabete di tipo 1, polio, meningiti, febbre gialla e altro. Inoltre – continua – da studi preliminari acquisiti dalle Autorità del Ministero competente, risulta che dei 4 pozzi presenti nel villaggio specie quelli che prelevano acqua da falde superficiali, come il pozzo di Tatami Bugni, alla profondità di 6-8 metri, il più utilizzato per la sua vicinanza al villaggio, presentano un tasso di inquinamento batteriologico elevatissimo che aumenta soprattutto nel periodo di maggiore piovosità”.
I progetti prefissati dall’Ong per l’anno 2011-2012 riguardano, oltre al programma “acqua = vita” teso a migliorare le condizioni di reperimento dell’acqua e le sue modalità di igienizzazione, la vaccinazione dei bambini, la creazione di un ambulatorio che preveda la presenza di personale medico e paramedico per assicurare l’assistenza sanitaria in base ad un calendario prestabilito, la fornitura di farmaci e di attrezzature sanitarie, lo sviluppo delle attività didattiche e sportive e di collaborazione con altre associazioni italiane e africane già operative sul territorio.
L’attività di “It’s Time for Africa” è finanziata dai soci. Ma questo non basta. Per riuscire nei tanti e ambiziosi progetti, è necessario anche l’aiuto di tutti, enti privati o pubblici, associazioni, cooperative, donatori. “Confidiamo – conclude Lidia – nella sensibilità e generosità di quanti vorranno sostenerci in questo nostro impegno”. Per ulteriori informazioni: www.itstimeforafrica.it; tel. 0966.766041. (15 luglio 2011)