“Qualunque sia il futuro societario de La7, sia che vada in mano al nostro concessionario pubblicitario Cairo o al fondo Clessidra o, meno probabilmente, ad altri, la vera prospettiva per tenere la rete in linea di galleggiamento, e anche di più, per fare una bella crociera, è averla tutta improntata all’attualità, declinata in tutti gli ingredienti, news, approfondimento, talk”.

Lo ha detto il direttore del TgLa7 Enrico Mentana, a margine della presentazione a Roma del libro ‘Telecenerentola – da Telemontecarlo a La7. La sfida avventurosa della Tv antiduopolio’, scritto da Stefano Buccafusca, caporedattore del TgLa7 all’Ufficio centrale. Per Mentana, La7 “oggi è come Istanbul, che è stata Bisanzio e Costantinopoli, ha avuto splendori e miserie con abitanti oggi completamente diversi”. Secondo il direttore del TgLa7 “l’obiettivo della rete è stato sempre la sopravvivenza tra due transatlantici, Rai e Mediaset, cui si è aggiunto l’arrivo di Sky, vero terzo polo con il digitale terrestre. La7 é quell’altrove in cui si cerca di sperimentare quello che le corazzate non riescono a fare”.

Mentana ha chiarito che la questione è “semplicemente economica. Si deve dare un’attenzione così larga all’attualità perché l’informazione é l’unico ingrediente praticamente gratuito, come era lo sport all’inizio di Telemontecarlo, ma oggi non lo è più per le questioni dei diritti”. In una prospettiva di sopravvivenza bisogna “essere bravi ad usare gli ingredienti della cucina povera – ha aggiunto -. Dobbiamo cercare di fare il meglio con quello che abbiamo. Dobbiamo ingegnarci per fare cose appetitose e interessanti con ingredienti come l’attualità e l’intrattenimento intelligente”.

Per Mentana “il principe azzurro di questa cenerentola è l’attualità vera, affrontare i grandi temi. Quando abbiamo visto i dati di ascolto della puntata di Santoro con Berlusconi abbiamo anche sgomberato il terreno dall’idea che La7 fosse legata a piccoli numeri. Quando fai tanto si vede subito, si hanno i risultati”. Il direttore del TgLa7 si è anche soffermato sulla difficoltà di ricambio nel settore: “In questo Paese ci sono troppi giornalisti, come ci sono troppi di altre categorie. Io sono arrivato il 2 luglio 2010 al TgLa7 e in assemblea l’età media era tra i 45 e i 50 anni e c’erano 80 giornalisti. I posti che ci sono in tutte le redazioni delle testate di giornali e reti sono occupati ed è praticamente impossibile assumere.

E’ un problema dal quale non mi tiro fuori neanche io, che quando sono diventato direttore del Tg5 avevo 36 anni e adesso ne ho 58. Oggi l’informazione scritta e televisiva ha un numero di operatori amplissimo ma sempre meno acquirenti. Speriamo che alternative possano venire dalla rete”. Buccafusca, parlando del libro (edito da Centro di Documentazione Giornalistica) in cui ripercorre la storia della rete in cui è entrato nel 1986, ha spiegato che per lui La7 è “la telecenerentola degli anni 2000, La tv che affronta la sfida del duopolio Rai-Mediaset con coraggio e determinazione. Guardiamo alla sua storia per far sì che non soffra come nel passato”. Tra gli altri intervenuti oggi il giornalista Andrea Melodia e il docente universitario Giampiero Gamaleri.

Fonte: ANSA, 24 gennaio 2012

 

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