9 gennaio 2013. Il Presidente americano Barack Obama sta valutando la possibilità di rimpatriare tutti i soldati oggi impegnati in Afghanistan, dopo la fine della missione Nato, prevista per il 2014.

 

E’ quanto ha reso noto Ben Rhodes, viceconsigliere per la Sicurezza nazionale della Casa Bianca, a pochi giorni dall’incontro alla Casa Bianca tra Obama e il Presidente afgano Hamid Karzai. Alla domanda se Obama stia considerando lo scenario di non lasciare neanche un soldato in Afghanistan, Rodhes ha risposto: “E’ un’ipotesi che prenderemo in considerazione. Non escluderemo alcuna ipotesi. Il nostro obiettivo non è quante truppe lasciare nel Paese. Il nostro obiettivo è quello fissato dal Presidente”.

Ossia garantire che le forze armate afgane siano capaci di difendersi e di garantire che al Qaida non si rafforzi di nuovo nel Paese. Perchè, ha sottolineato Rhodes, “l’obiettivo centrale” dell’amministrazione è quello di “spezzare, smantellare e sconfiggere al Qaida e garantirsi che non possa mai tornare in Afghanistan e usarlo come un posto sicuro da cui lanciare attacchi contro gli Stati uniti e i suoi alleati”.

Obama riceverà venerdì prossimo Karzai, che si è già espresso a favore del mantenimento di truppe Usa, anche se rimarrebbero da definire questioni controverse, come l’immunità per i soldati americani e il trasferimento dei detenuti sotto custodia afgana. Secondo anticipazioni del Wall Street Journal, il Pentagono avrebbe già preparato piani per ridurre a 3.000, 6.000 o 9.000 uomini il contingente americano in Afghanistan, che oggi conta 66.000 dei 100.000 soldati Nato presenti.

Fonte: Afp

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