28 novembre 2011. Erano le 22,30 di sabato sera quando il piccolo Asil ha raggiunto a bordo dell’ambulanza concessa dal corpo militare della Croce Rossa Italiana la casa di accoglienza della frazione lughese di Zagonara(RA). Lì resterà fino al ricovero al Maria Cecilia Hospital di Cotignola previsto per domani.

L’arrivo del bambino afgano di appena sei anni, affetto da una angiodistrofia congenita che ha colpito braccio destro e torace era previsto per la prima mattinata di ieri. La visita del Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, Giuseppe Valotto, al contingente militare italiano di Herat ha permesso di anticipare la partenza di Asil che ha raggiunto l’aeroporto di Ciampino con un volo diretto in compagnia dello zio, il trentottenne Ahrari Khalil Ahmad.

“Qualche settimana fa il Gruppo Villa Maria Cecilia ci ha chiesto se potevano garantire ad entrambi l’alloggio – spiega Alberto Pezzi, ingegnere lughese che da cinque anni dirige tramite l’associazione “Famiglie per l’accoglienza” la casa famiglia di Zagonara che offre supporto ai parenti dei ricoverati nella struttura ospedaliera allo scopo di non far pesare solitudine e distanza dalle famiglie di origine. “Immediatamente – racconta – ci siamo organizzati per offrire un supporto logistico trasversale come procurare, ad esempio, un interprete dopo aver saputo che la persona individuata allo scopo non era potuta partire da Herat insieme al piccolo e allo zio”.

La difficoltà è stata superata grazie alla collaborazione offerta da Roberto Faccani, comandante del corpo intercomunale di Polizia Municipale che ha accolto l’arrivo degli ospiti utilizzando le conoscenze della lingua farsi accumulate in anni di interventi umanitari diretti in Afghanistan ed ha procurato, per tutta la giornata di ieri, l’aiuto di Alì, ventiseienne afgano, che da quattro anni vive a Ravenna dove svolge l’attività di elettricista.

“All’arrivo Asil era spaventato – racconta Pezzi. “Appena si sono aperte le porte dell’ambulanza è scoppiato a piangere”. La tensione della prima nottata si è stemperata nella giornata di ieri a partire dall’incontro con Tiziano Curti, specialista vascolare che seguirà il piccolo. “Il medico è arrivato da Bologna appositamente per conoscere il bambino prima di visitarlo e partire con il percorso di cura – continua Pezzi. “Curti è sceso dall’auto con un pacco pieno di doni per Asil. Con l’aiuto di Alì abbiamo convinto il piccolo ad aprirlo subito. Quando sono spuntate le caramelle ed il gioco con le figure di animali, gli occhi di Asil hanno iniziato nuovamente ad illuminarsi. E’ stato un momento commovente”.

Asil ha poi incontrato Nazifa la bimba afgana di dieci anni, da tre ospite della famiglia del comandante Faccani a Bagnacavallo. La prima giornata di permanenza in Italia è proseguita con la visita alla città di Lugo e l’incontro nel pomeriggio con altri bambini. Per il territorio si tratta del terzo caso di aiuto sanitario prestato a bambini provenienti dall’Afghanistan.

Nel 2004 è arrivato da Kabul il piccolo Ziauddin di sei anni, affetto da una grave malformazione cardiaca. Ziauddin è stato operato al Sant’Orsola di Bologna e per i sei mesi successivi, fino al termine del percorso di cura, è stato ospite del comandante Faccani. Nel 2008 è giunta a Bagnacavallo la piccola Nazifa, affetta da una grave forma di linfoma di Hodgkin contro la quale sta lottando grazie alle cure continue che stanno dando risultati come testimoniano gli esiti degli esami recentemente effettuati.

Ora il piccolo Asil le cui condizioni, diagnosticate come gravi dal colonnello medico dell’aeronautica militare Natale Ceccarelli durante la visita effettuata nel posto di medicazione della base di Camp Arena a Herat, hanno reso necessario il trasferimento in Italia grazie all’intervento del Comando del contingente militare italiano, su base Brigata “Sassari”, e alla collaborazione del gruppo Gvm Care&Research che si farà carico delle spese di cura e degenza al quale, personalmente, il Comandante Faccani rivolge i più sentiti ringraziamenti.  L’operazione di solidarietà è stata seguita direttamente, oltre allo staff del comando del contingente italiano, dalla cellula Cimic e dal tenente medico del corpo della Croce rossa, Giorgio Alagna.

Monia Savioli

Fonte: Il Resto del Carlino, Ravenna

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