di Antonio Bettelli
La riflessione questa volta è dedicata ai buoni pensieri e ai buoni sentimenti. Essa stessa, la mia riflessione, vorrebbe essere un pensiero buono e la manifestazione di un buon sentimento. Va detto che in questo tempo di intellettualità, espressa in regime di quarantena, i pensieri e i sentimenti positivi fioriscono ancora più numerosi. Spesso, essi sono stimolati dall’incertezza per il futuro e anche da un po’ di ansia. Di pensieri e di sentimenti buoni ne abbiamo tanto bisogno, ma affinché essi siano efficaci, e non mere espressioni emotive, è necessario disporre di un sistema che, i buoni pensieri e i buoni sentimenti, li sappia recepire, analizzare, elaborare e rendere operativi.
Il compito, com’è noto, è lasciato alla politica e alla efficacia della politica. Ciò accade attraverso gli organi istituzionali, quelli di più alto profilo, ma anche, in misura non meno importante, per mezzo delle pubbliche amministrazioni e delle autorità di governo sul territorio. Avviene anche, in ultimo solo per livello di formalità istituzionale, attraverso i consessi civici, le associazioni e le numerose forme di aggregazione sociale. Su questo punto credo che ognuno di noi abbia le proprie opinioni, in particolare riguardo ai metodi della politica.
Vorrei fare un richiamo a ciò che a mio avviso è garanzia per il buon funzionamento delle idee e della politica nelle sue diverse espressioni istituzionali e sociali. Vale a dire il possesso di due fondamentali e imprescindibili sensibilità: il senso di responsabilità e il senso civico, che poi sono le due facce della stessa medaglia.
Il senso di responsabilità è di tutti ed è di tenore più forte per chi abbia ruoli pubblici più elevati. La responsabilità, come ci insegnava il procuratore militare Antonino Intelisano (nella foto), è misurabile in base all’effetto reattivo generato dalla violazione della norma, cui si soggiace in virtù del proprio ruolo pubblico. In altre parole: più si è in “alto” e più si è chiamati a rispondere per i propri errori. L’esercizio della responsabilità prevede l’azione che non è mai scevra dal rischio.
Il senso civico è anch’esso di tutti, ma in questo caso prescinde dal ruolo, avendo in sé un valore non relativo. Esso è maggiormente legato all’osservanza delle norme per il bene comune, assumendo dunque, rispetto al senso di responsabilità, che come detto implica azione in presenza di rischio, una sorta di connotazione passiva. Il senso civico è l’aggregante collettivo che rende l’esercizio della responsabilità efficace.
Mi accorgo che mi ritrovo a parlare di quello che m’insegnava mio padre, ma anche di quello che ho imparato nelle tappe fondamentali della mia formazione scolastica, grazie ad alcuni professori che ricordo con affetto, e, in ultimo, ma solo in senso cronologico, di quello che mi è stato insegnato negli istituti militari, dove si parlava di “militarità” come una delle più alte espressioni di etica al servizio della collettività. Oggi, della “militarità” al servizio diretto della collettività ne abbiamo molti esempi, grazie all’opera di tanti militari italiani che sono impegnati sul fronte della battaglia al covid 19 insieme al personale sanitario, ai rappresentanti delle forze dell’ordine, agli amministratori nazionali e locali, agli operatori sociali e anche, non da meno, a tutti noi.
Il senso di responsabilità e il senso civico appartengono a tutti, nessuno può esserne esente, e a tutti spetta adesso il compito di misurarsi con questi buoni pensieri e con questi buoni sentimenti, a ognuno secondo il proprio ruolo.