di Franco Di Santo

A Gabriele D’Annunzio furono legate diverse personalità militari in conseguenza della valorosa partecipazione del Vate alla Grande Guerra.

Tra queste, va ricordato il Maggiore Medaglia d’Oro al Valor Militare alla memoria Giovanni Randaccio, comandante di Battaglione del 77° Reggimento fanteria della Brigata Toscana, la cui storia e tradizioni sono oggi rappresentate dalla bandiera del 78° Reparto Comando e Supporti Tattici Lupi di Toscana di Firenze.

Il Maggiore Randaccio venne mortalmente ferito il 27 maggio 1917 (nella foto) mentre, alla testa delle sue valorose truppe, cercava di attraversare il fiume Timavo in direzione dell’abitato di Duino.

Il 12 maggio 1918 a Campese (oggi frazione di Bassano del Grappa) Gabriele D’Annunzio commemorò l’amico caduto con queste alte e immortali parole:

<Giovanni Randaccio era il fante esemplare. Non poteva essere se non fante. Pareva stampato fante dalla nascita. Era un figlio della terra, una creatura della zolla e del sasso, della mota e della polvere. Per amore dell’ardimento, per smania del nuovo, aveva tentato di prendere le ali, di alzarsi a volo, di combattere nell’aria. Quando l’incontrai la prima volta aveva ancora l’insegna dell’aviatore sul braccio, e pareva si rammaricasse di non essere nell’azzurro, se da un camminamento ingombro gli avveniva di volgere gli occhi al palpito di una macchina alata. Ma non era così. Nel cielo avrebbe perduto la sua forza vera, avrebbe smarrito la sua vera potenza. Egli era nato fante. Anche in sella stava come un fante. La forma del cavallo non s’accordava con la sua struttura. Montava a cavallo per stare più in alto per arringare i soldati. L’arcione era la sua ringhiera. Poi discendeva e per combattere s’affidava ai suoi garretti. Era l’esempio di ogni improba virtù. Era l’uomo compiuto della guerra nuova: l’audacia riscolpita secondo il modello della pazienza. Era il vero operaio della vittoria, era il fante. O fanti, o fabbri del nostro destino,  operai della Vittoria, io vi giuro che per ogni tratto mantenuto, per ogni pollice ripreso, per ogni linea spinta più innanzi, là dove avrete puntato il piede, la Patria bacerà l’impronta.>

Fonte: Storia&Soldati

Foto: Dipinto di L. Grazi, Museo del Risorgimento, Roma

 

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