Conclusa in Sardegna l’esercitazione “Amphex 24” della Marina Militare, svolta dal 8 al 23 ottobre, e finalizzata al conseguimento della certificazione della Full operational capability nella pianificazione e condotta di un’operazione anfibia della Brigata “Pozzuolo del Friuli”. Con questa certificazione la “Pozzuolo del Friuli” porta a compimento un processo iniziato nel secondo semestre 2023 nell’ambito della rivitalizzazione della Capacità Nazionale di Proiezione dal Mare (CNPM) e il conseguimento della Initial Operational Capability (plus) da parte del Joint Landing Force Command su base Brigata Marina “San Marco” integrata con elementi della “Pozzuolo del Friuli”. L’attività, che ha visto per la prima volta quale Joint Landing Force Commander un comandante dell’Esercito, generale di brigata Nicola Mandolesi, comandante della “Pozzuolo del Friuli”, è stata valutata da una commissione interforze (Esercito-Marina Militare) che ha verificato tutte le fasi dell’assalto anfibio e le procedure.

Durante la Amphex 24, la “Pozzuolo del Friuli”, completata con elementi della Brigata Marina “San Marco”, è stata integrata nella Task Force navale anfibia a framework Terza Divisione Navale – al comando del contrammiraglio Michele Orini – composta da due navi anfibie (Nave San Giorgio e Nave San Marco) e una flagship (Nave Etna), assetti elicotteristici della Marina Militare e una Landing Force composta da circa 300 unità provenienti da tutti i reggimenti che costituiscono la Brigata “Pozzuolo del Friuli”, unitamente a più di 100 fucilieri della Brigata Marina San Marco. “Il raggiungimento della certificazione – ha detto il generale Mandolesi – è la conclusione di lunghi anni di pianificazione e addestramento per la “Pozzuolo del Friuli” e di tutti i suoi reparti tesi ad un nuovo impiego e a una nuova identità di questa Grande Unità dell’Esercito”.

La CNPM è uno strumento moderno in grado di pianificare e condurre operazioni marittime a connotato anfibio e il Joint Landing Force Commander sarà garantito a turnazione biennale tra l’Esercito e la Marina Militare. Questa capacità si estrinseca in un bacino di forze, comprensive di tutte le capacità di manovra e supporto per il combattimento, a disposizione del Capo di Stato Maggiore della Difesa e impiegabili per la condotta di operazioni anfibie su mandato del vertice politico militare. La Brigata goriziana diventa, di fatto, la Grande Unità “anfibia” dell’Esercito, in grado di disporre, oltre alle unità di fanteria leggera del reggimento lagunari, anche di assetti di artiglieria, genio, cavalleria e supporto logistico in grado di operare in contesti anfibi.

Fonte: Esercito

 

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