di Carmelo Abisso

Gli ex allievi ufficiali del 162° corso hanno celebrato il 22 ottobre a Modena il quarantennale dell’ingresso in Accademia militare. La cerimonia militare si è svolta nel cortile d’onore del palazzo ducale dove si sono schierate due generazioni: gli ex allievi ufficiali del 162° corso “Onore” e gli allievi ufficiali del 202° corso “Onore”.

Erano presenti anche alcuni ufficiali di inquadramento del 162° corso tra i quali il generale di brigata (ca) Giuseppe Licciardello, gìa comandante del battaglione allievi, il generale di corpo d’armata (ris) Romeo Toni, comandante della 1^ compagnia allievi, il generale di corpo d’armata (aus) Massimiliano Del Casale, comandante di plotone allievi e 65° comandante dell’Accademia, il generale di corpo d’armata (aus) Carmine De Pascale, comandante di plotone allievi, già comandante del 2° Fod. Al 162° corso furono ammessi 270 allievi ufficiali, di cui 6 allievi ufficiali somali, il giuramento di fedeltà alla Repubblica Italiana avvenne il 29 novembre 1981 ed al termine del biennio accademico furono promossi 220 sottotenenti, di cui 172 dell’Esercito e 48 dei Carabinieri.

Il comandante dell’Accademia militare, generale di brigata Davide Scalabrin, accompagnato dal capocorso del 162° corso, ingegner Massimo Mossenta, ha passato in rassegna lo schieramento: la bandiera d’Istituto, decorata da una medaglia di bronzo al valore dell’Esercito ed una croce d’oro al merito dell’Arma dei Carabinieri ed il reggimento allievi comandato dal colonnello Pasquale Spanò.

Tra gli ex allievi del 162° corso in servizio erano presenti quattro generali di corpo d’armata dell’Esercito, Francesco Paolo Figliuolo, comandante logistico dell’Esercito e commissario straordinario per l’emergenza Covid19, Guglielmo Luigi Miglietta, comandante del Nrdc-Ita (Corpo d’armata di reazione rapida della Nato in Italia), Salvatore Camporeale, comandante per la formazione, specializzazione e dottrina dell’Esercito (Comfordot) e Antonio Vittiglio, presidente della commissione ordinaria d’avanzamento e decano dell’Arma di fanteria dell’Esercito; tre generali di divisione dell’Arma dei Carabinieri, Riccardo Galletta, comandante della Divisione unità specializzate, Giuseppe La Gala, direttore della Scuola di perfezionamento per le Forze di Polizia e Antonio De Vita, comandante della Legione Carabinieri Lazio.

Bentornati in questo luogo che il 20 settembre 1980 vi ha visti varcare il portone d’ingresso per “porre la prima pietra miliare della vostra vita militare” – ha detto il generale Scalabrin nel suo intervento – giovani allievi, qui davanti a voi sono schierati ufficiali dell’Esercito e dell’Arma dei Carabinieri che, a prescindere dal grado raggiunto e dagli incarichi disimpegnati, hanno saputo affrontare la vita militare grazie ad una solida base etico-morale e ad una altrettanto eccellente preparazione tecnico-professionale le cui radici affondano proprio tra le mura di questo prestigioso istituto”, proseguendo “in questo percorso fidatevi di quella fiammella che sentite ardere nei vostri petti e che vi dice di aver fatto la scelta giusta nell’intraprendere la vita militare. Fiammella che noi comandanti abbiamo la responsabilità di alimentare con l’esempio e la trasmissione dei valori”.

Ai carissimi allievi del 202° corso, i migliori auguri per il prosieguo della carriera – ha detto il capocorso Mossenta – mantenendo sempre vivi i rapporti personali che avrete costruito con i vostri colleghi in questi due anni di studio, di sacrificio e di soddisfazioni. Riavvolgendo il film della mia vita ricordo 40 anni fa i radunisti dell’allora quarantennale, avevano frequentato questo nobile istituto nel biennio 1940-1942 e avevano partecipato al secondo conflitto mondiale. Da allora gli anni sono volati e oggi sono qui con i miei colleghi di quel corso, che reca lo stesso nome del vostro: Onore. “Onore” parola purtroppo in disuso ma che racchiude in sé concetti quali sacrificio, lealtà, correttezza, rispetto. Sostantivo maschile definito quale condizione che è dentro di noi, valore morale che conferisce alla persona diritto alla stima e il rispetto altrui. La storia è colma di episodi nei quali a un reparto è stato concesso l’Onore delle armi. Si può essere sconfitti, fa parte della vita, ma consapevoli di aver fatto il proprio dovere con Onore, così come si comportò il Milite Ignoto, di cui quest’anno ricorre il Centenario della deposizione delle spoglie mortali. Ad Maiora, 162° e 202° “Onore”, siamo un’unica schiera: Una acies!”.

Come ufficiale più anziano in servizio del 162° corso ha concluso gli interventi il generale Figliuolo che ha evidenziato il significato della parola onore: “la reputazione acquistata con l’onestà, con i principi, con la coerenza e l’impegno. L’onore è una delle massime virtù militari, che all’inizio devono trovare sostanza nella serietà dello studio e della preparazione, ma devono poi concretizzarsi nell’agire, nel fare, nel risolvere, nell’intraprendere il bene comune, assumendosi la responsabilità di servire gli altri, con umiltà e consapevolezza del proprio ruolo di comandanti. Trovate fondamento nel sapere – ha concluso Figliuolo – ma ricordatevi sempre dei valori”.

Durante la deposizione di una corona di alloro al Lapidario dell’Accademia sono stati letti i nomi degli ex allievi del 162° corso che sono “andati avanti”: Guglielmo Asta, Elio Crapa, Giuseppe Malara, Angelo Gelso, Federico Capovilla, Roberto Zollo, Giacomo Razzano, Pietro D’Andrea e Antonio Mazzotta. Con il “Siamo figli di un unica schiera”, il canto Una acies intonato dagli allievi di ieri e di oggi, si è conclusa la cerimonia.

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