Dopo l’omicidio di venerdì del professore da parte di un estremista islamico, la Francia ha dichiarato guerra all’islamismo radicale nel suo territorio. Da questa mattina sono in corso operazioni di polizia in tutto il Paese che proseguiranno nei prossimi giorni contro “decine di individui” del movimento islamista, ha annunciato il ministro dell’Interno, Gerald Darmarin.

Decise a seguito del Consiglio di Difesa di ieri, queste operazioni non prendono di mira individui “necessariamente legati alle indagini” sull’assassinio di Samuel Paty, l’insegnante decapitato, ma puntano a “trasmettere un messaggio: non un minuto di tregua per i nemici della Repubblica”, ha affermato Darmanin su Europe 1, senza fornire precisazioni.

Secondo una fonte a conoscenza del dossier, le operazioni avviate oggi puntano a soggetti noti ai servizi segreti per sermoni radicali e messaggi di incitamento all’odio. Stando ad una fonte della polizia, hanno preso di mira in particolare “clienti noti” per la radicalizzazione in diverse città del centro del Paese (Orleans, Chartres e Bourges).

Il ministro della Giustizia Eric Dupond-Moretti, da parte, sua ha convocato con urgenza questa mattina i procuratori generali, secondo i suoi collaboratori, per assicurare “una perfetta collaborazione con i prefetti e le forze di sicurezza interna nell’attuazione e nel monitoraggio delle misure richieste dalla situazione”.

Dall’omicidio del professore di Conflans Saint-Honorine, sono state aperte anche “più di 80 indagini” per odio online e si è proceduto a degli arresti, ha aggiunto il ministro, che ha detto di voler sciogliere diverse associazioni tra cui il Collettivo contro l’islamofobia in Francia (Ccif).“51 strutture associative saranno passate al setaccio per tutta la settimana e molte di esse, su mia proposta, verranno sciolte in Consiglio dei ministri”, ha annunciato Darmanin.

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