La pressione delle Forze armate per tutelare la propria indipendenza sfocia in uno scontro ai vertici dell’Amministrazione Trump. Il segretario alla Difesa nominato dal presidente, Mark Esper (nella foto), rompe esplicitamente con il suo Commander- in-Chief. «Non sono d’accordo — dichiara il capo del Pentagono — con l’uso dell’Insurrection Act».

Era stato Trump a invocare quella legge del 1807, quando ha minacciato governatori e sindaci di mandare l’esercito nelle loro città, se non sono capaci di ripristinare l’ordine dopo i saccheggi e le violenze. La legge del 1807 sarebbe l’unico appiglio per usare le Forze armate in missioni di ordine pubblico, le prevede per domare “insurrezioni, violenze, congiure sovversive”.

Ben diverso, e frequente, è l’uso della Guardia Nazionale che nell’ultima settimana è mobilitata in molte piazze d’America, a cominciare da Minneapolis dove fu ucciso George Floyd. La Guardia Nazionale è un corpo di riservisti che viene usato anche per spalleggiare le forze di polizia, sotto gli ordini dei governatori locali. L’idea di Trump, di mandare lo stesso esercito professionale usato nelle guerre, ha suscitato forti resistenze tra i vertici militari, restii a farsi politicizzare, ancor più preoccupati all’idea di combattere contro i propri concittadini.

Di questi timori dei suoi colleghi si è fatto interprete l’ex capo di Stato maggiore, generale Martin Dempsey, su Twitter: «I nostri figli e le nostre figlie in divisa rischiano la vita per proteggere i loro compatrioti. Rispettateli come loro vi rispettano. L’America non è un campo di battaglia. Gli altri americani non sono il nemico». L’ampiezza delle reazioni ha piegato Esper. Il capo del Pentagono ha anche avviato un’inchiesta sull’uso di elicotteri militari per sorvolare una pacifica manifestazione davanti alla Casa Bianca. Secondo diverse fonti Trump sarebbe scontento e irritato verso il suo segretario alla Difesa.

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