“L’ emergenza sanitaria non deve distoglierci dai nostri compiti primari: la sicurezza nella zona sud del Libano e il controllo della Blue Line”. Queste le parole del generale di divisione Stefano Del Col, Head of Mission e Force Commander dei caschi blu in Libano. “La prevenzione è la migliore arma” ha ricordato a ogni peacekeeper in una campagna di sensibilizzazione rivolta agli oltre 11.000 uomini e donne di Unifil avvenuta a fine marzo.

A Shama, sede del Sector West comandato dal generale di brigata Diego Fulco, proseguono i pattugliamenti sulla Blue Line, non si arresta né il supporto né le attività in stretto coordinamento con le LAF (Lebanese Armed Forces) chiamate in questo momento ad un controllo capillare del territorio.

I peacekeeper di Unifil continuano la propria missione mettendo in atto tutte le accortezze che mirano a prevenire la diffusione del virus. Misure d’igiene, utilizzo di dispositivi di protezione individuale, rispetto costante e attento delle disposizioni sanitarie non fermano lo spirito di servizio che anima non solo i militari italiani, ma tutti i soldati dei 45 paesi contribuenti. I caschi blu italiani del Sector West con il loro servizio onorano il mandato ricevuto dalle Nazioni Unite, un modo anche questo per essere vicini ai colleghi, in Italia, chiamati a far fronte all’emergenza pandemica.

Nella quotidianità del proprio servizio i nostri soldati hanno incrementato la propria sicurezza con l’uso di mascherine, guanti e gel igienizzante. All’entrata delle United Nation Positions, le basi di Unifil, viene rilevata la temperatura corporea di tutto il personale, civile e militare, primo screening per evidenziare eventuali contagiati. Vengono evitati gli assembramenti e rispettate con attenzione le norme igieniche.

Anche in Libano l’emergenza Covid-19 ha cambiato il modo di affrontare ogni singolo giorno, ma questo non intacca il senso del dovere e di servizio dei militari. L’orgoglio italiano passa anche dal Libano.

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