Il Contingente italiano in Libano della missione Unifil e un team di esperti pedagogisti di fama internazionale, i professori Giuliano Bergamaschi e Luigi Sangalli, hanno ultimato la prima fase del progetto “Cedrus”, rivolto a dirigenti, insegnanti e personale di staff delle scuole del Libano del Sud, per potenziare attività scolastica a favore dei bambini con disabilità.

L’opera, fortemente richiesta dalla comunità locale, è stata realizzata nell’ambito dei progetti di Cooperazione Civile e Militare (Cimic) del contingente italiano, grazie al coordinamento degli specialisti del Multinational Cimic Group di Motta di Livenza (TV), e condotta da professori universitari italiani con lo scopo di far acquisire ai docenti libanesi nuove expertise per essere in grado di seguire i bambini delle scuole materne, elementari e medie, con difficoltà nell’apprendimento delle abilità di base, quali leggere, scrivere e contare, fondamenta dei successivi sviluppi cognitivi, affettivi e sociali.

Il gruppo di lavoro, voluto dal Comandante della Joint Task Force Lebanon, su base Brigata Aosta, generale Bruno Pisciotta, è stato coordinato dal professor Bergamaschi, con esperienze didattico-scientifiche nello specifico settore, che si è reso disponibile a guidare il progetto “Cedrus” avvalendosi di un team di luminari promotori di una pedagogia speciale che coniuga rigore scientifico e pratica clinica, portatrice di risultati significativi.

L’iniziativa, che proseguirà anche in futuro con i contingenti italiani di prossimo avvicendamento, oltre a favorire il consolidamento dei rapporti con le comunità del sud del Libano, basati sulla fiducia, la stima reciproca e materializzato, come in questo caso, dalla conduzione di molteplici progetti umanitari a favore della popolazione, aderisce pienamente al mandato conferito dalla Risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

Per questo, i Caschi Blu italiani continuano nella loro incessante opera di sostegno alla popolazione locale, tra concretezza nei progetti realizzati e la opportunità di ascoltare costantemente le autorità locali per la pianificazione di programmi e attività di cooperazione futuri.

Non vengono, pertanto, attuati progetti che rimangono un’isolata risposta a esigenze del momento, ma ogni iniziativa è messa a sistema in un contesto infrastrutturale e territoriale più ampio, allargandone la portata e, quindi, l’efficacia. Si può quindi parlare di approccio Cimic strutturato, che oltre a garantire il supporto all’operazione, pone le basi per l’implementazione dei processi integrativi del Sistema Paese.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here