di Carmelo Abisso

Nell’ambito degli incontri culturali per gli allievi ufficiali su tematiche tecnico-professionali, il presidente del Centro Studi Internazionali (Ce.S.I.) Andrea Margelletti ha tenuto il 26 marzo nell’aula magna dell’Accademia militare di Modena una conferenza dal titolo “Il ruolo delle forze convenzionali e speciali nelle moderne aree di crisi”.

Uno dei massimi esperti di geopolitica e affari internazionali”. Così lo ha introdotto il comandante dell’istituto, generale di brigata Stefano Mannino, in un’aula magna gremita di allievi ufficiali dei corsi 199° “Osare” e 200° “Dovere”. “Negli attuali scenari ci sono aree di crisi che interessanio tutti noi– ha detto il generale Mannino – perchè ci sono interessi internazionali da tutelare”.

“Quali possono essere gli scenari di crisi – ha esordito Margelletti – e con quali modalità affrontarne le criticità ? Prima del 1989 avevamo la certezza dell’avversario, potevamo allocare le risorse in funzione della tipologia del nemico. Ronald Reagan concepì il programma delle “guerre stellari”, una sorta di giubbotto antiproiettile spaziale sostenuto da proiezione di potenza. L’Unione Sovietica cerca di imitarlo, va in bancarotta e scompare. Da allora non abbiamo più certezze. E’ cambiato il concetto di vittoria, non abbiamo più una “collina” sulla quale possiamo andare. E’ cambiato completamente lo scenario. Non più sapere quanto, ma sapere cosa. Ora abbiamo due blocchi concettuali, convenzionali e speciali. Si parla di guerra ibrida, La Russia la applica in tre fasi: prima, movimenti popolari con proteste e moti di piazza; seconda, operazioni non convenzionali con forze speciali al servizio dell’ottenimento dello scopo, come in Crimea; terza, immissione forze di stabilità. Presa la Crimea hanno invaso una parte dell’Ucraina con un mix di volontari provenienti dalla Russia e truppe locali. Con grandissima capacità hannio messo a sistema la confusione. Non soldati ben addestrati, ma soldati consapevoli. E la Cina ? End state del 21° secolo cinese sostituire gli Stati Uniti d’America nello scenario mondiale con soft power e offerte rilevanti, come con i porti greci del Pireo, al 100% cinese. E l’Europa ? Usa e Russia sono d’accordo ad avere una Europa debole: Henry Kissinger diceva “L’Europa non ha un numero di telefono”. Se fossimo gli Stati Uniti d’Europa saremmo la seconda potenza mondiale dopo gli Usa. Da una parte abbiamo resti di conflitti convenzionali, dall’altra parte una realtà estremamente polverizzata, dove l’avversario non si può affrontare solo militarmente. Occorre interazione tra diplomazia e mondo militare, al quale si richiede grande velocità e straordinaria capacità di improvvisazione. Ora si cerca la costruzione del consenso a premessa della vittoria. Quale mondo ci troviamo di fronte ? Abbiamo due livelli. Il primo vede da una parte uno scontro politico-economico tra Usa e Cina, dall’altra parte la Russia, potenza emergente, torna ad essere una potenza mondiale. Nel secondo livello c’è un mondo che emerge, che guarda le luci e dice “voglio essere anch’io parte di quelle luci”. Sono criticità molto forti, comprendere è il primo passo per cambiare, il 95% guarda, solo il 5% vede ! Noi abbiamo qualcosa che gli altri non hanno: il made in Italy. Siete voi, per voi vale la pena impegnarsi per darvi un mondo migliore”.

Al termine il generale Mannino ha ringraziato Andrea Margelletti per gli spunti di riflessione emersi e rivolto agli allievi ufficiali ha concluso: “In un mondo caratterizzato da grandi complessità e incertezze, occorre essere capaci di leggere tra le righe. Una forma mentis che passa dalla conoscenza alla comprensione, siate curiosi !”

 

 

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