General view of the meeting

Sono in gioco gli interessi vitali della sicurezza nazionale europea, e il futuro dell’occidente”. Perché dobbiamo continuare a investire nella Nato

“L’aumento in Europa degli investimenti per la difesa è più di una semplice questione di ‘condividere il fardello’ o ‘fare la propria parte’ per l’Europa”, ha scritto Andrew Michta sull’American Interest. “Sono in gioco gli interessi vitali della sicurezza nazionale europea, e il futuro dell’occidente. Gli Stati Uniti hanno ancora la fondamentale capacità di sostenere la forza di un ordine globale favorevole all’occidente. Per mantenere questa capacità, però, gli Stati Uniti e l’Europa (oggi più che in ogni momento dopo il 1945) devono riaffermare la loro alleanza fondativa. L’alleanza della Nato non è soltanto una questione di storia e valori condivisi. Soprattutto, è una questione di interessi di sicurezza nazionale condivisi, che verranno presto messi alla prova a livello globale, in un modo mai visto dopo la fine della Seconda guerra mondiale. Non è un’iperbole dire che il reinvigorimento dell’alleanza strategica tra Stati Uniti ed Europa è l’unico modo di assicurare che l’occidente, i suoi valori e le sue istituzioni sopravvivano. Tre decenni dopo la Guerra fredda, gli Stati Uniti e l’Europa si ritrovano in una posizione geostrategica in deterioramento rispetto alla Cina e alla Russia. Nonostante alcuni parlino dell’avvento di una nuova ‘Guerra fredda’, l’attuale competizione tra grandi potenze sta prendendo una piega diversa, e più precaria, rispetto al conflitto che ha definito la seconda metà del Ventesimo secolo. L’epoca dell’unipolarità statunitense è durata meno di quanto avessero anticipato i suoi proponenti. Allo stesso modo, un sistema bipolare con un bilanciere nel mezzo (una caratteristica familiare del periodo della Guerra fredda) è un elemento del passato. Nel futuro prossimo vivremo in un sistema di distribuzione del potere a tre punte, destinato a essere sempre più fluido e instabile. Anche se gli Stati Uniti rimarranno probabilmente la potenza più forte del sistema, al loro interno si sta profilando una polarizzazione politica mai vista prima. La Cina, nel frattempo, continuerà la sua ascesa economica e militare fintanto che l’ideologia globalista del libero commercio rimarrà egemone (l’Amministrazione Trump, dal canto suo, sta facendo capire a Pechino che i bei vecchi tempi stanno per finire). Il messaggio di fondo è questo: se le tensioni tra America e Cina continuassero ad acuirsi, i membri europei della Nato e i nostri partner europei dovranno essere forti abbastanza per apparire come una deterrenza credibile per la Russia, affinché non decida di approfittare della preoccupazione dell’America con l’Asia per espandere il proprio vantaggio geostrategico in Europa. Messa giù semplicemente, nei prossimi anni l’imperativo per l’Europa di investire significativamente nella sua modernizzazione militare non sarà una questione di presunto ‘transazionalismo’ o del proverbiale ‘burden-sharing’ da sempre perseguito all’interno della Nato. Piuttosto, sarà una questione di vitale sicurezza dell’occidente”.

Fonte: Il Foglio con fonte American Interest, 18 febbraio 2019

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