Il giornalista, professione ambita da tanti destinati alla disoccupazione, e’ la peggiore al mondo, insieme a militari e boscaioli. Per essere quasi certi di trovare lavoro una volta usciti dall’universita’ meglio scegliere la professione – sconosciuta ai piu’ ma sicura e redditizia – di ‘attuari’ (maghi delle ‘previsioni sull’incerto’), professione riconosciuta in Italia da un Ordine Professionale.

Sono laureati in matematica, o statistica o economia, impiegati specialmente dalla assicurazioni, ma non solo, per determinare l’andamento futuro di variabili demografiche ed economico-finanziarie e valutare fenomeni economici caratterizzati dall’incertezza. Ad esempio calcolano le tariffe delle assicurazioni responsabilita’ civile auto e danni, delle assicurazioni vita e sulle persone piu’ in genere, modellano prodotti finanziari, valutano l’equilibrio tecnico dei fondi pensione ed i rischi aziendali.

E’ quanto emerge da un’inchiesta condotta dal sito americano Careercast.com e pubblicata con ampio rilievo dal Wall Street Journal, che dopo l’attuario indica come professioni ‘vincenti’ l’ingegnere biomedico e di software. La ricerca e’ stata effettuato incrociando i dati statistici del ministero del Lavoro americano e di altre agenzie governative con cinque fattori (sforzo fisico, ambiente di lavoro, reddito, stress e prospettive di assunzione) e hanno stilato una lista di 200 impieghi, dal migliore al peggiore.

A pesare, in particolare per i giornalisti della carta stampata, passati dalla 196esima in fondo all’ultima posizione, e’ il peggioramento delle condizioni, con “prospettive lavorative diminuite, lo stipendio medio che continua a scendere mentre crescono le ore di impiego, rendendo nell’insieme il lavoro piu’ stressante”, ha spiegato Tony Lee, editore del sito.

All’opposto, ci sono invece i professionisti che si occupano delle esigenze finanziarie e di salute di una popolazione che invecchia sempre piu’ velocemente, con nelle prime dieci posizioni audiologi, oculisti, igienisti dentali, consulenti finanziari e fisioterapisti.

Fonte: AGI, 23 aprile 2013

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