18 giugno 2013. “Il processo che vede le forze di sicurezza assumere un sempre maggiore ruolo in Afghanistan si sta svolgendo nel pieno rispetto del calendario previsto.” Con queste parole il presidente afgano Hamid Karzai ha salutato gli intervenuti alla storica cerimonia che si è tenuta oggi all’Afghan national defence university di Kabul.
Presenti i vertici dell’Alleanza Atlantica con il segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen e il comandante in capo delle forze Nato in Europa, generale statunitense Philip M. Breedlovee. Particolare enfasi è stata data nell’ambito della cerimonia alla presenza di alcuni wounded warriors, soldati afgani e delle nazioni facenti parte della missione Isaf che sono rimasti feriti a vario titolo nell’adempimento del dovere in Afghanistan e citati da tutti quale esempio di spirito di sacrificio, tenacia, saldezza di carattere e dedizione alla causa del popolo afgano.
L’Italia è stata ben rappresentata dal capitano di corvetta Luigi Romagnoli, dal capitano Stefano Ferrari e dal caporal maggiore scelto Andrea Maria Cammarata. Il comandante Romagnoli nel settembre del 2006 era in servizio con la Task Force 45 a Herat. Mentre si stava spostando nel distretto di Bala Boluk, il mezzo sul quale si trovava veniva coinvolto nell’esplosione di una mina anticarro e proiettile di artiglieria collegati a un ricevitore radio e lui rimaneva vittima di trauma cranico e cervicale e presentava numerose ferite alla testa. E’ tornato in Afghanistan altre 4 volte e a tutt’oggi presta servizio a Kabul.
Il capitano Ferrari nel novembre 2007 prestava servizio in Afghanistan come comandante di compagnia genio, su base 2° reggimento genio pionieri di Piacenza, nell’ambito del multinational engineering group di stanza a Kabul. Durante l’inaugurazione del ponte che doveva unire le due parti del villaggio di Paghman, un attentatore suicida si inseriva tra la folla facendosi esplodere. La deflagrazione causava la morte di 11 persone e il ferimento di alcuni militari, tra i quali il capitano Ferrari che veniva colpito da 3 schegge alle gambe. Oggi è in servizio a Kabul al Comando Isaf.
Cammarata, invece, in servizio con l’8° reggimento genio paracadutisti, si trovava nel luglio del 2009 a bordo di un veicolo Lince nei pressi del villaggio di Ganjabad, 40 Km a nord est di Farah, quando rimase coinvolto nell’esplosione di un ordigno improvvisato che gli ha causato la frattura del radio e ulna del braccio destro.
“L’assunzione di responsabilità per la sicurezza a livello nazionale dimostra chiaramente che il progresso in Afghanistan è reale e tangibile. Anche se le sfide restano, le Ansf continuano a crescere in capacità e fiducia nei propri mezzi ogni giorno. L’Afghanistan ha la piena sovranità sul proprio territorio“, ha dichiarato il generale di corpo d’armata Giorgio Battisti, capo di stato maggiore di Isaf dal 22 gennaio 2013. “Il passo è epocale – continua il generale – “le giovani forze di sicurezza nazionali rimpiazzeranno in toto quelle della Coalizione e quest’ultime muoveranno interamente a un ruolo di sostegno, formazione e tutoraggio. In particolari situazioni di emergenza, inoltre, la Coalizione potrà fornire un supporto sotto forma di appoggio aereo ed evacuazione medica”.
Nella pratica, l’annuncio della Tranche 5 e della Milestone 2013 significa che soldati e poliziotti afgani saranno responsabili giorno per giorno dell’esecuzione delle attività operative, che saranno supervisionate e dirette da un nuovo comando nell’ambito del Ministero della Difesa, l’Afghanistan Ground Forces Command. Inoltre, il governo afgano fornirà la direzione politica per la campagna attraverso i suoi ministeri. Grazie all’impegno della Nato e della comunità internazionale le Ansf sono passate da circa 40mila effettivi nel 2009 a circa 352mila di oggi.
Redazione