17 gennaio 2013. Numerosi ordigni sono stati neutralizzati negli ultimi due giorni dalle forze di sicurezza afghane e dai militari del Regional Command West nelle provincie di Farah e Ghor, mentre una bomba rudimentale ha danneggiato ieri mattina il pneumatico di un blindato italiano Buffalo impegnato in una ricognizione nel distretto di Shindand, senza causare danni all’equipaggio.


 

Nel corso di due distinte operazioni condotte nella provincia di Farah dalla polizia e dall’esercito di Kabul insieme al 9° reggimento alpini e agli specialisti del genio del 32°, sono stati ritrovati cinque razzi di diverso calibro, cinque proiettili di artiglieria e tre taniche da 25 litri piene di esplosivo artigianale. Tutto il materiale – in buono stato di conservazione e destinato alla fabbricazione di ordigni improvvisati – è stato successivamente distrutto in modo sicuro.

Nella provincia di Ghor, un team specializzato del 207° corpo dell’esercito afghano ha neutralizzato altri 35 ordigni di diverso tipo in un’attività congiunta con gli artificieri lituani del Provincial Reconstruction Team di Chaghcharan, località che si trova circa 300 km a est di Herat.

La lotta agli ordigni rappresenta una delle priorità per i 29.000 uomini delle forze di sicurezza afghane che stanno assumendo progressivamente il controllo della regione occidentale, con il sostegno del contingente multinazionale comandato dal generale Dario Ranieri, forte di 5.500 militari di dieci nazioni, 3.000 dei quali sono italiani.

Il processo di transizione in corso ha fatto anche registrare dal 1° gennaio il cambiamento di  denominazione delle due task force italiane, ribattezzate Transition support unit (Tsu), schierate rispettivamente a Shindand (Tsu-Centre su base 3° reggimento alpini di Pinerolo, al comando del colonnello Andrea Bertocchi) e Farah e BalaBaluk (Tsu-South su base 9° reggimento alpini dell’Aquila, al comando del colonnello Riccardo Cristoni).

Redazione

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